Un viaggio da duri e puri

Da Milano a Tarifa e ritorno in sella a una Suzuki GSXF-750.

Maroòn Five

La pagina ufficiale dei Maroòn Five, la band rock meno talentuosa di tutti i tempi.

Club Atlètico Boca Jouer

La squadra di calcio a 7 inconsciamente patrocinata da Claudio Cecchetto.

Movie Mash Up

Cosa scaturirebbe dalla fusione delle sceneggiature di alcuni tra i film più famosi di tutti i tempi? Probabilmente qualcuna di queste stronzate!

I racconti dell'appartamento

Non i soliti aneddoti di studentelli fuorisede.

30 mar 2009

Non buttiamoci giù

Sono tornato.
Mi ero ripromesso di andare in un posto a fare un salto, ma all'ultimo ho cambiato idea. Come spesso mi accade.
Sono stato da tutt'altra parte, e sono stato bene. Bene a prescidere da tutto. Perchè ora lo riesco a fare, riesco a prescindere.

Niente mi ammazza, niente mi butta giù. Neanch'io.
Non importa di impegnarmi per non far crollare un mondo che non esiste. Che non è mai esistito. Forse sono stato un precursore, un trendsetter. Avendo lanciato io questa nuova moda, ora è ovvio che tutti i tentativi di emulazione mi risultino noiosi. Che io li accolga senza alcun interesse. Una nuvola di vapore, che sale in un'atmosfera di già visto, per poi dissolversi in un "Lo sapevo" abbastanza deprimente.
Niente lotta. Niente rivendicazioni. Niente arringhe contro gli ottusi benpensanti. Niente rabbia, nè tristezza. Niente squadre, o squadracce, in cui spesso le natiche sostituiscono le facce. Niente di niente. Finisce così, in sordina, com'è iniziata. Senza neanche riferimenti diretti, ma solo con allusioni.

"Te la devi prendere in culo".

Un consiglio prezioso, da qualcuno che forse lo sta facendo molto più di me. Perchè io, forte della mia condizione privilegiata, ho avuto il tempo e la possibilità di mollare. Io non ho vincoli nè grosse responsabilità, quindi posso permettermi di ritirarmi e gestire esclusivamente la mia ordinaria amministrazione. Di andare alla deriva. E l'ho fatto, dio sa quanto.
C'è però chi questo lusso non se lo può permettere. C'è chi si ritrova, nonostante la propria condizione, a dover stare saldo perchè ha la responsabilità di reggere tutto un mondo. "The mighty arms of Atlas hold the heaven from the earth" cantava il Martello degli Dei. Prendendo esempio da queste persone, mi sono quasi vergognato di essere stato a piangermi addosso così a lungo. E ho capito le ragioni di uno schiaffo che di primo acchitto mi era sembrato gratuito.

Ora ho ripreso il timone e le cime. E' tempo di dare una bella cazzata (tra dare e fare c'è di mezzo sempre una cazzata), per risalire il vento in una velocissima bolina. Andar via lontano, con la solita compagnia e qualche gradito ritorno.
Guardare indietro non serve, anche perchè non vedrei niente. Mare aperto. Chi mi accompagnava nel mio viaggio sta già approdando ad altri lidi. Ha già affrancato le proprie labbra per spedirle a un indirizzo nuovo. A me è rimasta in mano la matita del rimmel. Per mettermela in culo.
Lo dico senza rancore: va bene così. Me la devo prendere nel didietro, l'ho già detto. Il "Come farò?" ha lasciato però spazio al "Perchè?". Rispondere a questa domanda lucidamente non potrà che fornire altro vento alle mie vele.

28 mar 2009

Sembra strano, ma ho la valigetta ancora in mano

Sono qui.
Sarò lì? E se sì, perchè?
Affari miei.

Ma cambiamo discorso.

Vorrei intanto precisare che il trafiletto nel post precedente riferito al paradigma del tradimento, pur non essendo virgolettato, non è farina del mio sacco. E' una citazione. Una citazione da un insospettabile, da un personaggio che di certo non posso dire di stimare. Onestamente sento di avere alcuni punti in comune con l'autore: entrambi abbiamo un debole per le scarpe rosse, siamo caratterizzati da un determinato tipo di cappello, abbiamo qualche amico a Monaco di Baviera e nutriamo una certa antipatia verso il profilattico (ma per cause drasticamente opposte: le mie motivazioni sensoriali sono infatti ben diverse dal desiderio di punizione e annientamento di una civiltà "lussuriosa" attraverso il contagio di malattie degenerative). Nonostante queste somiglianze, mi sento quindi abbastanza distante dal personaggio in oggetto. Comunque, sono in totale sintonia con quanto ho precedentemente riportato delle sue parole.
Spero che abbiate capito a chi mi stia riferendo.

Per il resto, tuttapposto. Mi sento ovviamente sempre dalla parte del torto, ma questo non m'impedisce di essere incazzato per altre cose orrende che accadono. Senza accanimento, tranne magari in un momento di grande rabbia iniziale. Non voglio premi (il confronto tanto atteso si è rivelato in realtà abbastanza deludente). Io sono il mio premio. Per il resto, ho lasciato che per me parlasse De Andrè (e scusate se è poco).

Vedremo. Ciò che mi piacerebbe, sarebbe il sentirmi un giorno come si è sentito Jules Winnfield poco dopo aver assaggiato un Big Kahuna Burger. In ogni caso, comunque vada sarà un successo.


26 mar 2009

X + Y = XY (Far mente locale, per scoprire se fa male)


IN MORTE DI L.T.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi,
Dio, fra le sue braccia,
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte,
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.
F. D. A.


IL PARADIGMA DEL TRADIMENTO

Il senso di colpa può indurre a due atteggiamenti opposti. La differenza tra i due è carica di tensione. L’uno trova la strada del pentimento e viene riaccolto. E’ pronto ad
accettare il perdono. Non dispera. Soffre (...). L’altro è tanto inorridito dal proprio stesso
tradimento da non credere più nel perdono. Questa è la vera differenza. Due diversi tipi di
rimorso, di autoaccusa. Uno che non degenera mai nel nichilismo e che non è refrattario a un
processo di ricomposizione delle ferite aperte dal male. E uno in cui invece si è spenta la fede nel
perdono, che si abbandona all’autoannientamento e annichilisce le possibilità di rinnovamento
ancora aperte. Credo che questa sia una lezione importante per tutti coloro che, in modi diversi,
hanno consapevolezza della colpa e tentano di elaborarla. 

Un’autocondanna falsamente dilatata,
che degenera nella negazione totale di sé, non è un modo appropriato per rapportarsi alla colpa.

Salto di palo in frasca, accorgendomi che la soluzione l'ho sempre avuta in tasca.

25 mar 2009

Il vecchio e il bambino

C'è chi le cose le sa dire, prendendole per quelle che sono ed esprimendo con poche parole ciò che altri cercano di capire nell'arco di molto tempo. Queste persone hanno un dono.

E se tali persone, oltre al dono che già possiedono, hanno l'accortezza di lasciare segni tangibili dei loro pensieri, allora riescono a condividere la loro ricchezza con il prossimo. E in questo modo raggiungere quella che è la mia idea di immortalità.

Io non ho questo dono, e lo riconosco. Ho avuto però la fortuna di vivere intensamente qualcuno che l'aveva. E stasera ho voglia di rivolgermi a questa persona, dedicandogli una canzone che da un giorno di fine Giugno mi sento cucita addosso. Che mi parla di lui ogni volta che l'ascolto. Che a volte mi fa piangere, e che mi fa sempre desiderare di averlo accanto. Perchè questa canzone mi ricorda una cosa bellissima che lui ha scritto per me, e che io mi porterò sempre dentro (oltre che dietro).

Lo faccio perchè stasera ho ricevuto una cosa, una cosa importante. Da lui. La troverete in coda al post. Mi ha fatto bene, in questo brutto periodo. Tanto bene. Ed anche se ogni giorno cerco di fare come mi ha insegnato, di essere cioè aquila e non pollo, a volte certe cose bisogna sentirsele ripetere. E lui, come sempre attraverso il tramite più dolce che la vita gli ha donato per oltrepassare la sua superficiale durezza, ha scelto ancora il momento giusto per dirmi in faccia ciò che avevo bisogno di ascoltare.

Ma adesso basta, lascio spazio alla canzoncina che spero chi ho in mente riesca ad ascoltare. Se volete, potete farlo anche voi. La trovate qui.


Un vecchio e un bambino
si preser per mano
e andarono insieme
incontro alla sera;
la polvere rossa
si alzava lontano
e il sole brillava
di luce non vera;
l'immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l'occhio di un uomo
poteva guardare
e tutto d'intorno non c'era nessuno
solo il tetro contorno di torri di fumo
i due camminavano,
il giorno cadeva,
il vecchio parlava
e piano piangeva
con l'anima assente,
con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo
di miti passati.
I vecchi subiscon
l'ingiuria degli anni
non sanno distinguere
il vero dai sogni
i vecchi non sanno
nel loro pensiero
distinguer nei sogni
il falso dal vero.
E il vecchio diceva
guardando lontano
immagina questo
coperto di grano
immagina i frutti
e immagina i fiori
e pensa alle voci
e pensa ai colori.
E in questa pianura
fin dove si perde
crescevano gli alberi
e tutto era verde;
cadeva la pioggia
segnavano i soli
il ritmo dell'uomo e delle stagioni.
Il bimbo ristette
lo sguardo era triste
e gli occhi guardavano
cose mai viste;
e poi disse al vecchio,
con voce sognante:
"Mi piaccion le fiabe,
raccontane altre"

Ed ora il regalo che ho ricevuto:

Un posto in prima fila

Quando hai un solo vestito
anche se lacero e sporco
per chi possiede solo quello
rappresenta la cosa più cara.
Così la vita.
Abbiamo solo questa vita
così com'è: cattiva o dura
buona o generosa è la tua
e la difendi.
Alla fine comunque
se accogli la vita come un dono
è un biglietto che vale
un posto in prima fila
nell'eternità, fidati.

Mythos


Diffidate dalle imitazioni

La contingenza mi ha portato qui, al momento in cui la fortuna ha cominciato a girare.

Finalmente posso giocare una buona mano, ho il punto più alto del tavolo ed un pollo che è venuto a vedermi. E' sicuro di vincere; asseconderò i suoi rilanci, per poi lasciarlo in mutande.

La vita ha smesso di scorrere, sono tornato a metterci le mani. A sporcarmele. Proverò con tutte le mie forze a prendere l'elefante, a riprenderlo anzi. Perchè ha il mio stemma marchiato a fuoco addosso. Odora di me. Poi sarà quel che sarà.

Diffidate dalle imitazioni: esigete sempre e solo il LilloArzillo© originale.

Lo so, non si capisce niente... Mi capisco io, e questo è l'importante. Stasera un post egoista, solo per me.

Dal nichilismo all'egoismo, quel che conta è il parossismo..





15 mar 2009

"Ci vediam più tardi"

Stasera ascolto questa.

Non è quello che penso, ora come ora. Non è neanche quello che vorrei pensare. Io non voglio niente, per ora mi lascio ingurgitare dalla vita quotidiana (e spreco citazioni). E' ciò che chi ha fatto quadrato attorno a me vorrebbe pensassi.

In realtà adesso dentro mi sento solo tantissima rabbia, incanalata in un'unica direzione. Ed è una direzione giusta, questo lo so.

Sono lucido, questo è il messaggio che ho da urlare in faccia a chi non lo raccoglie. Il resto è solo ipocrisia, un dito dietro cui nascondere le ragioni della propria indifferenza.

Ma adesso lascio spazio a chi, per quanto riguarda il descrivere emozioni, è 10 spanne avanti a me:


HO ANCORA LA FORZA

Ho ancora la forza che serve a camminare,
picchiare ancora contro per non lasciarmi stare
ho ancora quella forza che ti serve
quando dici: "Si comincia !"

E ho ancora la forza di guardarmi attorno
mischiando le parole con due pacchetti al giorno,
di farmi trovar là da chi mi vuole
sempre nella mia camicia...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'è
e al mondo sono andato,
dal mondo son tornato sempre vivo...

Ho ancora la forza di starvi a raccontare
le mie storie di sempre, di come posso amare,
di tutti quegli sbagli che per un
motivo o l'altro so rifare...

E ho ancora la forza di chiedere anche scusa
o di incazzarmi ancora con la coscienza offesa,
di dirvi che comunque la mia parte
ve la posso garantire...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'è
nel mondo sono andato,
dal mondo son tornato sempre vivo...

Ho ancora la forza di non tirarmi indietro,
di scegliermi la vita masticando ogni metro,
di far la conta degli amici andati e dire:
"Ci vediam più tardi ..."

E ho ancora la forza di scegliere parole
per gioco, per il gusto di potermi sfogare
perchè, che piaccia o no, è capitato
che sia quello che so fare...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'è
col mondo sono andato
e col mondo son tornato sempre vivo...

14 mar 2009

Ansiolitico politico

Ripulendo la mia casella postale, ho ritrovato una mail che avevo mandato alla segreteria di Fausto Bertinotti prima delle politiche 2008. Cercavo di spiegare, come un marito infedele, le motivazioni del mio futuro voto al PD ed i pericoli che avvertivo per la sinistra italiana. Siccome ciò che ho scritto risulta ancora molto attuale, ho deciso di postarlo.

Eccolo qua:

RIFLESSIONI DI UN ELETTORE DELUSO


Caro Compagno Fausto,

ho 24 anni e da quando ho il diritto di voto ho sempre dato la mia preferenza a Rifondazione Comunista.
Sono residente in Puglia, ed ho accolto con immenso piacere e un pizzico di stupore l'elezione di Vendola a Presidente della Regione (tra l'altro, dato che vivo a Milano, la cosa mi è costata circa 4.000 km di treno tra primarie ed amministrative)...

Seguo con interesse, partecipazione e la dovuta sofferenza -dati gli ultimi sviluppi- la politica italiana, e ti scrivo perchè in vista delle prossime elezioni politiche sto vivendo una vera e propria sofferenza: per la prima volta infatti sto pensando di non votare per Rifondazione ma di optare per il Partito Democratico.

Ti spiego il perchè di questa scelta sofferta:

condivido pochissimi punti dei 12 del programma veltroniano, e mi pare evidente che l'asse delle 2 principali coalizioni candidate si sia platealmente spostato a destra. Sono molto preoccupato inoltre dall'incipiente influenza dei cattolico-conservatori all'interno del PD (vedi la Binetti) ed inoltre reputo l'operato dei principali esponenti del partito (i 3 moschettieri D'Alema-Veltroni e Fassino) totalmente disastroso a partire dalla svolta della bolognina. Loro si dicono i continuatori della politica della terza via di Bertlinguer, ma io penso che se Enrico (mi permetto di chiamarlo per nome) fosse ancora vivo probabilmente li prenderebbe a calci nel didietro da Montecitorio fino a Botteghe Oscure.

Con queste premesse il mio voto andrebbe certamente a Rifondazione e quindi alla Sinistra Arcobaleno, la coalizione che più mi rappresenta nonostante alti e bassi (imputo a te e solo a te la caduta di Prodi del '98 e la conseguente scissione con il PdCI, per non parlare della candidatura di Turigliatto alle ultime politiche). Insomma, anche se siete migliorati col passare degli anni sicuramente come partito non siete ancora totalmente affidabili quando si tratta di assumere responsabilità di governo.

Tornando al tema principale, il mio voto al PD sarà unicamente UN VOTO DI RESPONSABILITA'. Purtroppo non posso permettermi a cuor leggero di favorire l'ascesa di certi personaggi alla guida del mio Paese, l'esperienza del 2001-2006 mi è già bastata ed in molte occasioni mi sono vergognato di essere italiano (cosa terribile, non trovi?). Insomma, detta in soldoni pur di non mandare Berlusconi e i suoi cortigiani di Forza Italia, i leghisti e i fascisti al governo sarei pronto a votare a prescindere anche delle scimmiette ammaestrate (e gente come Letta e Franceschini poco differisce).

Dal mio punto di vista un voto alla Sinistra Arcobaleno sarebbe "disperso", dato che vedo quantomeno improbabile un futuro accordo di governo col PD date le ultime dichiarazioni di Veltroni.

Mi auguro che voi come coalizione riusciate a raggiungere un buon risultato, e do il mio in bocca al lupo a Mussi che con il suo correntone ha avuto il coraggio di uscire da quel partito accozzaglia che è il PD.

Spero in una tua risposta su questo tema che coinvolge molti elettori di Rifo come me.

Un saluto affettuoso,

LilloArzillo (in originale, firmata col nome reale)

11 mar 2009

Intimismo, non vittimismo

Oggi non mi sento bene, quindi beccatevi questo post intimista...

Non mi era mai capitato di sottopormi a qualcosa del genere, e sto reagendo in un modo che mai mi sarei aspettato. Il mio corpo si ribella, come se avesse rigetto per questa situazione, ed io deperisco giorno dopo giorno. Oggi sono 13. Ne mancano 17. Adoro questo tipo di coincidenze, secondo la numerologia mi ritrovo a scrivere esattamente tra il bene e il male. Ma il 13 è un numero ambiguo...

Comunque, non sono preoccupato; forse un po' seccato, perchè stasera ho notato i primi segni permanenti che questa situazione mi lascia addosso. Per questo ne scrivo qui, mi fa bene lanciare sassi nello stagno. Solo uno sfogo di un momento, non c'è da stare in ansia.

Sono una nave che brucia girando su sè stessa, proprio come il traghetto che Gianni Minoli adora (a pari merito col ragazzino caduto nel pozzo, ve lo ricordate?)

Stasera sono in vena di indizi, per quanto inutili. Appena starò meglio avrete la chiave crittografica per decifrare la gigantesca sciarada che è questo blog. Non adesso però, mancano ancora tantissime cose da fare. E poi, altra coincidenza perchè ne ho appena citato il curatore, sta iniziando La Storia Siamo Noi. Una puntata sulla battaglia di Stalingrado, la mia preferita della seconda guerra mondiale.
Ricordo che la mia prima registrazione col timer di un videoregistratore è stata proprio un documentario su Stalingrado (non la trovate sulla cartina della Russia? Dopo la de-stalinizzazione venne ribattezzata Volgograd, mi pare nel 1961 -ma sulla data non ci scommetto-). Facevo la quinta elementare; mia madre mi ha aiutato ad impostare il timer, raggiungendo l'apice della sua esperienza tecnologica. La prima cosa che io abbia mai registrato nella mia vita invece è stata 007 Missione Goldfinger, che guardavo a ripetizione...

Oggi flusso di coscienza, pensieri appiccicati. Un po' di sana scrittura, poi a letto sotto il piumone cullato dalle immagini di soviet che crivellano i crucchi ad ogni angolo della strada.

E chi sta meglio di me?
(E' una domanda retorica... Quando, quando la finirò con le domande retoriche?)

9 mar 2009

Maquillage emozionale


Ma secondo voi, se al volatile qui sopra dicessero: "Non preoccuparti, tutto andrà a posto.." non sarebbe autorizzato ad incazzarsi? Sono forse io troppo cinico credendo che quella roba nera gli resterà appiccicata addosso per sempre?

Se invece l'interesse è ristabilire una pseudo-normalità (come succede per le discariche in disuso, che vengono ricoperte di terreno per diventare bellissime collinette verdi d'erba), allora a quello ci si può arrivare. La merda sotto rimane, che questo sia chiaro. Ma non tutti sono interessati a scavare.

Oggi mi sento come la Moby Prince. E' una similitudine straordinariamente calzante, che esprime perfettamente la mia situazione. Non starò qui a spiegarvela però. Non vi dirò neanche cosa sia la Moby Prince, sperando (se non altro per senso civico) che lo sappiate.

Solo parole per voi, niente spiegazioni. Chi vive ai margini rispetta solo i suoi simili...

8 mar 2009

Oggi ho messo la giacca dell'anno scorso

Per chi non lo sapesse, come secondo lavoro scrivo manifesti goliardici per le lauree. Lo chiamo lavoro perchè, ogni volta che qualche mio amico sta per laurearsi, il compito spetta sempre a me. Stavolta è toccato al mio amico Giovanni, che conoscerete meglio dopo che avrete letto ciò che ho scritto di lui. Sono contento di come sia venuto, perchè scriverlo mi è costato tantissimo. Per farlo ho dovuto mettere la giacca dell'anno scorso, in modo da riconoscermi e uscire (è una citazione, non sono pazzo..)
Comunque, è venuto bene. In barba a chi dice che non c'è niente di più deprimente di un clown triste...

Eccolo qua:

LA ROSA E’ LA PIU’ BELLA COSA


Festeggiamo oggi la laurea del nostro Giovanni, che da questo momento, con un valido titolo di studio, una qualche dimestichezza con la chitarra e soprattutto con il macchinone di suo padre potrà finalmente realizzare il suo sogno: adescare liceali disinvolte all’uscita dalle scuole. Il cammino del Nostro è stato difficile e irto di ostacoli: ultimo rampollo della famiglia, meno simpatico del suo fratello simpatico e meno macho del suo fratello macho, ha avuto un’adolescenza difficile perché vissuta ai margini della società civile. La famiglia Difino fu infatti una delle prime a Brindisi a colonizzare il quartiere La Rosa, subito dopo la cacciata della tribù di indiani Sioux che in precedenza ne abitava il territorio. Gli amici, che affettuosamente soprannominavano la villetta di Giovanni “la casa nella prateria”, venivano a fargli visita raramente a causa della distanza proibitiva e dei frequenti attacchi alle diligenze che avvenivano lungo la strada. Fu in quel contesto di solitudine che il Nostro sviluppò il suo famoso odio incondizionato verso le minoranze: celebri sono infatti le sue invettive contro i cinesi, i vecchi che rimuginano e le maestre d’asilo che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera, tutte naturalmente avvenute in presenza di rappresentanti della categoria presa di mira in quel momento. Come dimenticare infatti la volta in cui, mentre si trovava in un autobus pieno zeppo di cinesi, iniziò un discorso lungo e complesso con cui si proponeva di dimostrare l'inferiorità oggettiva della razza asiatica. Celebre anche quella volta in cui si scagliò contro le maestre d’asilo ed i maestri di educazione fisica, colpevoli a suo dire di essere dei parassiti sulle spalle società. La discussione, terminata con Giovanni che cercava supporto e approvazione proprio dalla figlia di un maestro di educazione fisica e una maestra d’asilo, è rimasta scolpita nella memoria di chi vi ha assistito. Ma Giovanni non è noto ai più solo per le sue proverbiali gaffes: il Nostro ha infatti riempito la vita di chi lo frequenta con un notevole elemento: Barbara. Tutti ricordiamo quale fu il primo commento dei suoi amici quando la conobbero: “Certo Giovà che Barbara è proprio bella per te, vero?” I due sono da anni una coppia affiatata, e sono fatti l’uno per l’altra: Giovanni ha una smodata passione per il modellismo e Barbara, a forza di frequentarlo, ha acquisito anche lei notevole dimestichezza nel maneggiare oggetti in miniatura. Tutti siamo infatti a conoscenza del problemino fisico da cui è affetto Giovanni, che non deriva da fattori ereditari ma da una nefasta congiuntura astrale causata dall’essere nato il giorno della festa della donna. Proprio l’interesse per il modellismo ha portato il Nostro sulla via dell’imprenditorialità, da bravo studente di Economia. Giovanni infatti, accantonando in nome del dio denaro il suo odio razziale verso i cinesi, aveva iniziato una proficua attività di trading di ricambi per modellini: comprandoli dalla Cina a prezzo irrisorio, riusciva a rivenderli a clienti italiani con un ingente guadagno. Quest’attività durò ben poco, sia per la paura di dover fare i conti un giorno con la Guardia di Finanza e sia perché, avendo un fratello militare tendente all’estremismo di destra, Giovanni pensò che fosse meglio per lui di smetterla di fare l’ebreo. Ora che è un brillante neo-laureato, il Nostro avrà finalmente il tempo di realizzare il tanto agognato viaggio in Inghilterra. Giovanni, una volta a Londra, potrà così realizzare il suo sogno: continuare a non farsi il bidet, evitando però gli italici sensi di colpa grazie al noto deficit strutturale dei bagni inglesi.

4 mar 2009

My empire of dirt

Hurt

I hurt myself today
to see if I still feel
I focus on the pain
the only thing that's real.

The needle tears a hole
the old familiar sting
try to kill it all away
but I remember everything.

What have I become?
my sweetest friend
everyone I know
goes away in the end
and you could have it all
my empire of dirt.

I will let you down
I will make you hurt

I wear this crown of thorns
upon my liar's chair
full of broken thoughts
I cannot repair.

Beneath the stains of time
the feelings disappear
you are someone else
I am still right here.

What have I become?
my sweetest friend
everyone I know
goes away in the end
and you could have it all
my empire of dirt.

I will let you down
I will make you hurt

If I could start again
a million miles away
I would keep myself
I would find a way.





3 mar 2009

Tana per LilloArzillo!


Aspetta, e ti troverà

una giornata alle corse,
seguita da un tuffo
in piscina,
seguito da 5 minuti
nella sauna,
seguita da una doccia,
seguita dalla lettura della posta
(non molto interessante)
poi la mogliettina
racconta qualcosa della sua
giornata,
i miei sette gatti mi accolgono
uno alla volta
e la serata
comincia.
dal puro inferno a questo.
riuscirò a sopportarlo?
ci riuscireste voi?
ma non preoccupatevi,
l'inferno tornerà,
rinvigorito,
mi troverà
di nuovo
più vecchio, più grasso
e io ti farò rapporto,
caro lettore,
nello stile a cui
ti sei
abituato.


Charles Bukowski






2 mar 2009

Festa mesta, nella mia testa

Questa fa molto più ridere di quanto sembri, ma non starò qui a spiegarvela. Chi mi conosce lo sa...

Mario è uno zingaro

Dato che ho citato Povia nel post precedente, in suo onore condivido con voi la fantastica imitazione che ne fanno nel nuovo programma dei Gialappi: la trovate qui.

Ora vado a letto, per essere il primo giorno di pubblicazione questo blog ha parlato abbastanza...

1 mar 2009

Se sei gay non puoi giocare


Siamo ancora alle prese con un episodio di discriminazione nei confronti degli omosessuali, questa volta con risvolti paradossali: è successo che Microsoft, sulla sua community X-Box Live, abbia sospeso l'account di una giocatrice (il cui nickname è Theresa) che alludeva alla sua omosessualità nelle informazioni inserite nel suo profilo.
In pratica, il profilo in questione lasciava intendere che chi giocava fosse lesbica; come purtroppo accade spesso, Theresa è stata subissata dagli insulti degli altri giocatori della community. Ma è di Microsoft il vero colpo di genio: applicando la sua policy, sospende l'account perchè, testuali parole "è proibito agli utenti di identificarsi con caratteristiche proprie che potrebbero irritare gli altri". Il messaggio che ne scaturisce è questo: non è chi ti insulta ad essere un barbaro, sei tu che li istighi. Ovviamente la società di Bill Gates non ha intezione di impedire a vita l'accesso a Theresa, ma solo finchè non modificherà i suoi dati.

Onestamente trovo tutta la questione terrificante, per diversi motivi: primo mi piacerebbe si prendessero provvedimenti principalmente contro chi si è reso responsabile degli insulti, secondo vorrei che non fosse negato alle persone di poter esternare il proprio modo di essere (qualunque esso sia). Quest'ultimo aspetto penso sia ancora più rilevante per le persone omosessuali, che fanno giustamente dell'outing un momento importante di propria affermazione sociale. In qualunque sede.

Senza soffermarmi su quanto mi deprima il fatto che il tema della tolleranza verso le persone omosessuali sia ancora attuale, ho l'impressione che, parafrasando una canzoncina appena presentata al nostro festival della musica nazionalpopolare, Theresa, che era gay, potrà tornare a giocare su X-Box Live solo quando starà con lui.

Se volete informazioni complete sulla vicenda (in inglese), potete trovarle qui.

La circostanza della contingenza

Era lì.
Erano anni che lo immaginava, anche solo per far viaggiare la mente; ora che era davvero sul punto di farlo, non poteva che sorridere pensando alla sua vita e a quel binario sul quale lui stesso l'aveva instradata. L'amore, gli amici, il lavoro: tutto pianificato metodicamente e con inquietante anticipo. Persino la situazione in cui si trovava ora era stata già da tempo interamente programmata, e per questo svuotata di qualunque spontaneità. Non aveva fatto altro che seguire come un automa la scaletta mentale che si era predisposto: la tristezza, la scrittura della lettera, la riflessione sulla scelta. Non riusciva a fare a meno delle sovrastrutture che si era costruito neanche quando si trovava da solo con se stesso; tutta quella situazione aveva quindi un'aurea posticcia, e lui lo sapeva benissimo.
Ora che si trovava nel posto che aveva scelto, pensò che anche quello era banale. Alla fine era solo il tetto del suo condominio, una scelta dovuta non a chissà quale motivazione ma alla paura e alla pigrizia: la paura che qualcosa andasse storto, e la pigrizia di non andare a cercare fuori una possibilità che aveva già, nel senso letterale del termine, in casa. Quel posto era perfetto: un palazzo di 15 piani, che dava su una via interna poco trafficata. Si era informato bene: l'altezza minima per una morte sicura è di circa 7 piani, per riuscire ad andarsene davvero e non rischiare una sopravvivenza con danni permanenti.
Era per quello che si trovava lì. Voleva andarsene. Per sempre.
Adesso si trovava sul bordo del tetto, e guardava giù. La mente serena, piena di quella ironia pesante in cui aveva imparato a rifugiarsi quando sanguinava dentro: aveva preparato una suicide note macabra e simpatica, aveva ordinato da Interflora 21 rose da recapitare a sua madre il 3 Novembre, quando sarebbe stato già morto, con scritto nel biglietto "i fiori che hai posato ieri sulla mia lapide erano bellissimi, per questo volevo ricambiare.."
Si sporse ancora un po', sull'orlo del vuoto. Non aveva paura, le altezze lo avevano sempre affascinato e quella volta, nonostante le sue intenzioni, non fu diverso. "I'll be back!" penso tra sè, citando Terminator. Quel pensiero totalmente inappropriato lo fece sorridere per l'ultima volta, poi si lasciò cadere soddisfatto.

La persona che era diventato aveva assistito a tutta la scena. Osservò i suoi vent'anni schiantarsi al suolo, senza provare a fermarli. Non per scelta, ma per rassegnazione. Conosceva benissimo le motivazioni di quel gesto, ed era stata poco convincente nel cercare di dissuaderli perchè in cuor suo le condivideva.
Adesso era solo sul tetto di quel palazzo, così come nella sua mente. La parte di sè che più adorava aveva scelto l'auto-annientamento, perchè neanche lei riusciva a convivere con ciò che era diventato. A vent'anni si era solo noi pensò, così come cantava un tizio che tra vino e sigarette aveva scritto versi bellissimi.
Fu preso dall'urgenza di lasciare quel posto, per cercare di smettere di pensare. Si calcò sulla fronte il cappello verde che era solito portare (che per lui aveva significato moltissimo, ma che ora era solo un cappello), come se volesse usarlo come paraocchi. Decise che da quel momento si sarebbe lasciato guidare dalla contingenza, senza farsi domande ma semplicemente cercando di adattarsi al meglio alle diverse situazioni che la vita gli avrebbe proposto.
Iniziò a camminare, senza pensieri e senza direzione.
Il piede per bagaglio.

Nuovo Canale TV - Rai Storia


Come potete leggere qui, è iniziata la programmazione (su satellite e digitale terrestre) di un nuovo canale tematico di Mamma Rai dedicato all'approfondimento storico.
Io ne sono venuto a conoscenza guardando stamattina su Raitre il bel programma Tv Talk di Massimo Bernardini: in onda ogni sabato mattina alle 9:00, lo trovo una valida alternativa all'intrattenimento intelligente offerto a quell'ora da soggetti del calibro di Tiberio Timperi & Co.
Il nuovo canale tematico, idea partorita da Gianni Minoli dal suo esilio dorato di Rai Educational, poggia sul lavoro portato avanti in questi anni con il suo programma "La Storia Siamo Noi": sfruttando e rielaborando l'ingente materiale d'archivio della trasmissione (circa 1.800 ore), Rai Storia ha iniziato la programmazione in tempi brevissimi e pressochè a costo zero. In pratica, Minoli il canale ce l'aveva già in casa e non se n'era accorto...
Il progetto sta avendo un certo successo, tant'è che gli ascolti di History Channell (il principale "concorrente") stanno venendo progressivamente erosi dalla nuova creatura di Mamma Rai. La cosa a me personalmente non ha sorpreso, in quanto secondo me HC, essendo un canale internazionale, è un po' troppo generalista negli argomenti trattati e quindi magari due programmi su tre non risultano interessanti. E poi a mio avviso esagerano con le ricostruzioni-fiction, mentre a me piace molto quando viene lasciato spazio alle cronache dell'epoca per raccontare gli eventi.
Insomma, è chiaro quanto io sia contento per questo nuovo canale.. Un'altro valido motivo per appropriarmi del divano e di Sky a scapito del mio fratellame quando andrò a casa dei miei..

Nota di servizio: vi avviso che se avete un po' di pazienza, sul sito de La Storia Siamo Noi potete compilare un questionario brevissimo riguardante Rai Storia. Basta aprire l'home page e il test appare in pop-up, niente di impegnativo quindi..

Last but not least: lascio il link di un video fantastico in cui Corrado Guzzanti imita Gianni Minoli, credo dalla trasmissione "Avanzi". A buon rendere...

Inaugurazione

Eccoci.

Un nuovo blog, su un'altra piattaforma. Non so se lo leggerà qualcuno, neanche mi interessa. Magari però un counter lo metto lo stesso, ma solo perchè mi piace avere il controllo sulle cose... D'altronde la mia esigenza di un tenere un blog non nasce da un desiderio divulgativo, ma dalla mia esigenza di scrivere combinata con il disordine atavico in cui vivo: al posto di comprare mille Moleskine per poi perderli regolarmente, meglio usare qualcosa che so sempre dove trovare..

Eccoci, si diceva...

Un nuovo blog, ma con un approccio totalmente diverso rispetto a quello che curavo prima.. Diciamo più canonico: ci saranno post sui libri che leggo, sui film che vedo, su quello che faccio e mi interessa.. Una cosa molto più personale insomma...

Quindi, appunto perchè questo è uno spazio personale (anzi, il mio spazio personale), tanto vale spendere due parole su di me: vivo a Milano, faccio uno di quei lavori in cui ci si veste in giacca e cravatta (agente immobiliare, becchino.. fate un po' voi..), sono single da poco (ma niente post strappalacrime), sono convintamente di sinistra (e quindi mi sa che alle prossime elezioni non voterò..) e vivo nel disordine (in tutte le sue accezioni).
Sono un seguage del contingentismo, corrente filosofica secondo cui gli eventi si evolvono in modo imprevedibile, per cui le leggi scientifiche non possono pretendere di essere necessarie, prescrittive, ma al contrario, sono contingenti poiché si limitano a descrivere, di volta in volta, ciò che accade. Morale della favola: non si può decidere ciò che succede, ma al massimo ci si può adattare. E io l'ho sempre fatto.

Il resto lo saprete, come dice un figlio famoso, se avrete la pazienza di seguirmi..