Un viaggio da duri e puri

Da Milano a Tarifa e ritorno in sella a una Suzuki GSXF-750.

Maroòn Five

La pagina ufficiale dei Maroòn Five, la band rock meno talentuosa di tutti i tempi.

Club Atlètico Boca Jouer

La squadra di calcio a 7 inconsciamente patrocinata da Claudio Cecchetto.

Movie Mash Up

Cosa scaturirebbe dalla fusione delle sceneggiature di alcuni tra i film più famosi di tutti i tempi? Probabilmente qualcuna di queste stronzate!

I racconti dell'appartamento

Non i soliti aneddoti di studentelli fuorisede.

12 lug 2009

L'ospite inatteso

Sabato, mattino presto. L'MD-80 Alitalia toccò la pista con un sobbalzo, e l'atterraggio fu abbastanza movimentato. Era una giornata ventosa, il volo era stato pieno di turbolenze. L'atterraggio non fu però accompagnato dall'applauso dei passeggeri, tipico degli italiani in viaggio. Non succedeva mai su quel genere di voli, in cui gli apparecchi erano traboccanti di gente in giacca e cravatta schiava del Blackberry: la cosiddetta "Clientela Business".
Appena scesi dall'aereo, i passeggeri vennero investiti da un vento caldo pieno di umidità. Dopo pochi minuti, Doktor Terror era già madido di sudore.
Fuori dall'aeroporto, cercò un taxi per farsi portare a destinazione. L'asfalto ribolliva per il caldo di Luglio, la temperatura era di quasi 38 gradi. Doktor Terror aprì in fretta il portone del palazzo, per cercare refrigerio nell'androne delle scale.
Appena entrato nell'appartamento, venne travolto da una zaffata che sapeva di alcol e fumo stantio. Tossì con forza, iniziando a perlustrare le stanze in cerca dell'inquilino.
Era lì, nel suo letto, dormendo semi-coperto da un piumone nonostante la temperatura caraibica. La stanza era pervasa dal disordine: bottiglie ovunque, alcune semivuote in cui galleggiavano mozziconi di sigaretta; a terra, una distesa di vestiti sporchi lasciava intuire l'abbigliamento dell'inquilino nelle due settimane precedenti.
Dopo aver metabolizzato il contesto, Doktor Terror colpì il dormiente con un veemente pugno sullo sterno. Un rumore sordo, seguito da un rantolo strozzato.
Nemico reagì a quel risveglio contorcendosi, facendo quasi cadere la bottiglia di birra semi-vuota che aveva sul comodino. Doktor Terror lo perquoteva spesso sullo sterno, un colpo che faceva più rumore che male. Stavolta però, ovviamente, Nemico venne colto alla sprovvista.
Ci volle un po' prima che la sua vista fosse a fuoco, per poi vedersi stagliata davanti quella sagoma inconfondibile.

- Ma come definiresti una situazione del genere? Chiese Doktor Terror con un tono a metà tra l'adirato e il rassegnato.

- Pulp...
Rispose Nemico, con il filo di voce che usciva dalla sua bocca impastata.

- Quindi secondo te dormire in questo casino e col piumone
il 15 Luglio è pulp. A me sembra semplicemente idiota...

- L'uomo è una specie estremamente adattabile, per questo domina il mondo. Darwin docet...


- Certo, e tu sei l'eccezione che conferma la reg
ola della selezione naturale... Alzati, così mi fai un caffè.

Nemico si alzò barcollando, risentendo ancora dei postumi della serata precedente. Indossò una maglietta rossa su cui era stampato il faccione di Lenin, e accese il Blackberry per controllare la sua casella mail. In quel momento pensò di essere un "Compagno Business", e sorrise divertito. Si precipitò poi in cucina, chiamato a gran voce da Doktor Terror.

- Ma perchè sei così?
Gli chiese l'ospite inatteso, indicando il vaso pieno di mozziconi di sigaretta che "abbelliva" il davanzale della cucina.

- Ah, quello? E' una mia idea: butto le sigarette lì, in modo che poi quando piove il vaso si riempia d'acqua e per il principio di Archimede smaltisca da solo i mozziconi... Ingegnoso, eh?

- Più che ingegnoso mi sembra delirante. E se invece svuotassi periodicamente i posacenere come fanno le persone normali?

- Preferisco il mio metodo entropico, in cui semplicemente la natura fa il suo corso smaltendo il tutto. E' meno faticoso, e più affascinante...

- Senti idiota... Queste stronzate non funzionano con me, al massimo le puoi raccontare ai rincoglioniti che frequenti. Adesso prendi quel cazzo di vaso, lo svuoti dai mozziconi e poi lo lavi. Oppure potremmo lasciarlo così, ma trovargli una nuova collocazione: una collocazione rettale. Così lo smaltirai analmente, facendo fare il suo corso alla natura. Penso sarebbe molto affascinante, anche se sicuramente per te più faticoso...

Doktor Terror conosceva il trucco. D'altronde, in parte Nemico lo aveva imparato da lui. Si mise quindi a pulire il vaso, perchè era in grado saggiamente di riconoscere le situazioni in cui la resa era la scelta migliore.

- Adesso posso avere il mio caffè?

- Lo faccio subito...


Nemico cercò la sua moka, che tutti gli invidiavano perchè faceva un caffè spettacolare. Chiunque gli chiedeva quale fosse il segreto (la miscela? Il filtro? Il materiale?) ma lui rispondeva sempre vagamente, atteggiandosi a grande esperto di torrefazione. La realtà era che quella moka non la lavava da circa sei anni. Sei anni di aromi di caffè fatti uno sull'altro, era questo il segreto. Nemico lo custodiva però gelosamente, se non altro perchè voleva mantenere intatto l'alone mitologico che avvolgeva la sua caffettiera.
Appena prese la moka, si rese conto che era ancora piena del caffè fatto la settimana prima. Quando l'aprì, vide che sul liquido galleggiavano delle isole di muffa verde, simili a ninfee. Quell'immagine generò in Nemico delle fantasie elfiche in cui una donna dalle orecchie a punta, vagamente somigliante a Liv Tyler, gli chiedeva di riportare la pace nel Faerun mentre faceva il bagno semi-nuda in un torrente.

- Ma che schifo è quello!?


Le allucinazioni tolkeniane vennero spazzate via dalle urla di Doktor Terror.

- Lava la caffettiera e poi falla bollire, io il caffè non lo bevo fatto in quello schifo!


Nemico fece bollire la moka con solo acqua e un po' di caffè, per mantenere l'aroma. Quando fu pronta, la pulì ed eliminò il caffè dal filtro soffiandoci dentro. Si era dimenticato che la moka era rovente, e il filtro gli ustionò le labbra.

- Ahia!

Doktor Terror aveva osservato la scena sconsolato.

- Sai, è in momenti come questi che odio il tuo naso...
Gli disse.

- Perchè?


- E' la prova inconfutabile che sei mio figlio...


Nemico sorrise a denti stretti, ancora dolorante alla bocca.

Servì il caffè a Doktor Terror, che lo bevve mentre distrattamente sfogliava un quotidiano finanziario. Quando ebbe finito di bere, senza alzare lo sguardo dal giornale si rivolse a Nemico:

- Ma quel volante montato alla scrivania del computer funziona?


Nemico era stato punto nel vivo, e rispose a tono:

- Quello non è un semplice volante, è una driving station: pedaliera acceleratore - freno - frizione in acciaio satinato, volante diametro 18 centimetri rivestito in pelle con effetto force feedback e cambio manuale a sei rapporti più retromarcia...


- Sì, quello che è... Fammelo provare.


Gli occhi di Nemico si riempirono di allucinazioni competitive.

- Scommetto che sul circuito di Monza giri almeno 3 secondi più lento di me....


- Ma che hai capito? Io gioco, tu pulisci. Inizia dal bagno, che devo fare la doccia...


Nemico andò a testa bassa a darsi da fare coi detersivi, mentre il suo ospite inatteso imprecava ogni volta che virtualmente affrontava le due curve di Lesmo.

Quando circa un'ora dopo l'appartamento tornò a risplendere, Nemico si diresse al computer per dare una lezione di guida al suo vecchio padre. Lo trovò incravattato e con la ventiquattrore in mano, pronto ad uscire.

- Ma come, te ne vai?


- Eh sì, ho un incontro di lavoro...


- Ah, quindi niente sfida a Monza...


- Ora non ho tempo, facciamo la prossima volta ok?


- Va bene, ciao allora...


- Ciao bello, e mi raccomando a te...


Nemico, solo in casa, si sedette sul divano. Cominciò a pensare che Doktor Terror fosse un sadico: lo aveva svegliato di Sabato alle 9 di mattina, aveva praticato su di lui l'ultra-violenza, gli aveva estorto un caffè e fatto pulire tutto l'appartamento nonostante quel caldo tropicale. Poi, se n'era andato in fretta e furia.

Gli venne voglia di accendersi una sigaretta, ma non lo fece. Tutto profumava di pulito, e non gli andava di contaminare quella bella atmosfera. Il suo covo era ritornato ad essere casa, grazie a sudore e olio di gomito. Nemico si sentiva bene. Fu allora che capì, e mandò un SMS a Doktor Terror.

- Ehi Vecchio, la casa la ringrazia ufficialmente della visita...


- Prego Figlio... So che è stata una rottura di palle, ma l'ho fatto per te: sapendo come vivi, sono passato per farti dare una pulita. Ora goditi un week end lindo e splendente, e se la prossima volta la casa sarà in condizioni umane magari avremo anche tempo per sfidarci a Monza...

"L'ho fatto per te"

Nemico sorrise leggendo quella frase. Accostata a un comportamento all'apparenza scorretto e incomprensibile, gli suonava sincera in quel momento per la prima volta. La volta in cui era stato il Princeps dei "Cattivi" a dirgliela. Eppure nei mesi precedenti l'aveva sentita così tante volte...
Pensò che, quando avrebbe espresso a Nemesi questo concetto, l'avrebbe fatta cadere in una delle sue esilaranti crisi mistiche. Sorrise ancora.

Ripensando alla lezione che Doktor Terror gli aveva appena dato, non potè far altro che incassare e portare a casa.

Anzi, incassò e basta.

A casa già c'era...

10 lug 2009

Personaggi in cerca d'autore

Ieri mi è successa una cosa strana.
Sara, una delle tante persone come me che lascia sulla rete testimonianze di se e romanzeria, mi ha chiesto di usare i miei personaggi per un racconto. Di tirare lei, per una volta, i fili che muovono Nemico e tutti gli altri.
All'inizio, la gelosia ha prevalso: Nemico, Doktor Terror, l'Uomo Focaccina e gli altri non sono solo soprannomi che ho dato alla gente che mi circonda. Sono veri e propri personaggi, ognuno di loro ha dentro qualcosa di mio. E quel qualcosa, appunto, fa nascere la romanzeria.
Per questo, all'inizio ero un po' restio all'idea. Lo scetticismo però è durato poco, e alla fine la mia curiosità atavica ha prevalso. La voglia di scoprire come Nemico e gli altri si comportino all'infuori del "Dove Contingente" è tanta, dunque attendo con ansia la pubblicazione del racconto di Sara. L'unica cosa che le ho chiesto, è di rispettare le linee guida principali dei personaggi (ad esempio non facendogli dire o fare cose che, per come io li ho caratterizzati, non farebbero mai) e di non prendere iniziative che modifichino la continuity generale della storia (perchè quelle decisioni spettano a me solo).
Per il resto, vedremo. Appena Sara m'informerà dell'avvenuta pubblicazione, linkerò sul blog il suo lavoro in modo che anche voi potrete leggere la prima storia di Nemico non scritta dal suo creatore...

Per quanto riguarda me invece, ho ancora in cantiere la fine del ciclo della resa. Ormai è una spada di Damocle, è quasi completo ma non riesco a finirlo. L'argomento è stato così abusato fin'ora che la mia tolleranza verso di esso è bassissima. Comunque, prima o poi uscirà. Me lo devo.

Inoltre, ho avuto un'idea per altra romanzeria. Sarà una storia che spero piacerà molto al Figlio Intellettuale, perchè avrà come protagonista il suo personaggio preferito. Credo che uscirà prima della fine del ciclo della resa, perchè ho bisogno di tornare a fare una doccia in grazia di dio (come dice mia nonna).
La doccia infatti è il mio parallelepipedo creativo, non so perchè ma la gran parte delle idee mi vengono lì; e quando ne ho una che mi frulla per la testa, appena apro l'acqua la mente finisce direttamente a batterci sopra, finchè non la concretizzo. La romanzeria che ho in mente uscirà presto quindi, se non altro perchè da qualche tempo mi è tornata la voglia di cantare (e quale posto migliore della doccia per farlo?)

Last but not least, un regalino per gli "sparuti lettori" contingenti: un ritratto di Nemico in versione manga, realizzato dal Corvo. Mi piacerebbe che facesse la stessa cosa per tutti i personaggi che popolano questo blog, vedremo se avrà il tempo e la voglia per farlo...



EDIT: Detto fatto, il racconto è stato pubblicato. Se volete leggerlo, lo trovate QUI.

8 lug 2009

Torna bandolero!

Anche oggi, musicheria. Una canzone che ho ascoltato tantissimo in questi mesi, e che adesso mi sento libero di spararvi sulla faccia.

Sì perchè il Bandolero, che sembrava fosse andato via una notte in cui scrivevo il post che dà il nome a questo blog, è ritornato. Indubbiamente, è ancora stanco; ma è di nuovo l'uomo col cappello, quello originale (in barba alla romanzeria e alle figure retoriche).
Perchè il Bandolero lontano non ci va, a morire come una puttana. Non se lo merita, e se aveva scelto di andarsene è stato solo perchè si era lasciato impressionare dalla sua collezione insuperabile di taglie. La stessa di cui ora ride divertito.

Se, oltre a leggere i miei deliri la canzone la volete anche ascoltare, la trovate qui.

Io invece vado, ho un treno da assaltare...


ROBERTO VECCHIONI - EL BANDOLERO STANCO

Sarà forse il vento che non l'accarezza più,
sarà il suo cappello che da un po' non gli sta su,
sarà quella ruga di ridente nostalgia,
o la confusione tra la vita e la poesia.

Non assalta treni perché non ne passan mai;
non rapina banche, perché i soldi sono i suoi
vive di tramonti e di calcolati oblii
e di commoventi, ripetuti lunghi addii
struggenti addii...

El bandolero stanco
col cuore infranto stanotte va;
va, su un cavallo bianco,
col suo tormento lontano va,
dov'è silenzio,
dov'è silenzio, dove...
dov'è silenzio, dov'è silenzio,
dov'è silenzio, dove...

Ha una collezione insuperabile di taglie;
molte, tutte vuote già da tempo, le bottiglie;
dorme sul cavallo che non lo sopporta più,
e si è fatto un mazzo per la pampa su e giù.

Ogni notte passa
e getta un fiore a qualche porta,
rosso come il sangue
del suo cuore di una volta;
poi galoppa via fino all'inganno dell'aurora,
dove qualche gaucho
giura di sentirlo ancora,
cantare ancora...

Ah bandolero stanco,
stanotte ho pianto
pensando a te:
c'è un po' della mia vita
nella tua vita che se ne va
dov'è silenzio,
dov'è silenzio, dove...
dov'è silenzio,
dov'è silenzio, dove...

Se chiudo gli occhi, dentro gli occhi
sei di nuovo quello vero,
quando sorridevo, quando ti credevo:
ascoltami, guardami, sta' fermo:
è ancora vivo questo amore,
tutto questo amore, tutto il nostro amore:
e tu lontano non ci vai
a morire come una puttana,
prima del mio cuore,
al posto del mio cuore:
non mi lasciare solo in questa
notte che non vedo il cielo:
torna bandolero! torna bandolero!
torna bandolero!
Dov'è silenzio,
dov'è silenzio, dove...
dov'è silenzio,
dov'è silenzio, dove...