Un viaggio da duri e puri

Da Milano a Tarifa e ritorno in sella a una Suzuki GSXF-750.

Maroòn Five

La pagina ufficiale dei Maroòn Five, la band rock meno talentuosa di tutti i tempi.

Club Atlètico Boca Jouer

La squadra di calcio a 7 inconsciamente patrocinata da Claudio Cecchetto.

Movie Mash Up

Cosa scaturirebbe dalla fusione delle sceneggiature di alcuni tra i film più famosi di tutti i tempi? Probabilmente qualcuna di queste stronzate!

I racconti dell'appartamento

Non i soliti aneddoti di studentelli fuorisede.

25 feb 2010

Il lungo addio - Parte 2

PARTI PRECEDENTI

Erano in viaggio da circa mezz’ora sulla statale litoranea, una lingua d’asfalto che separava dune sabbiose da un susseguirsi di alberi d’ulivo e vitigni. L’auto procedeva ad andatura sostenuta, e il gran caldo era in parte mitigato dalla brezza che inondava l’abitacolo. Ad un tratto, Nemico riconobbe alla radio una canzone cui era affezionato. Il testo raccontava di due vecchi amici e del rapporto che li legava; il guidatore si rivolse al suo passeggero: 

- Ascolta questa gli disse, mentre alzava il volume.

Mio vecchio amico di giorni e pensieri da quanto tempo che ci conosciamo, 
venticinque anni son tanti e diciamo un po' retorici che sembra ieri. 
Invece io so che è diverso e tu sai quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato: 
io appena giovane sono invecchiato, tu forse giovane non sei stato mai. 

Nemico si lasciò assorbire dal testo, e venne investito da un turbinio emozionale. Lui, il principe dei Cattivi, figlio di Doktor Terror e nipote dell’Avvocato del Diavolo, sentiva quasi i suoi occhi inumidirsi.

Quei giorni spesi a parlare di niente sdraiati al sole inseguendo la vita, 
come l'avessimo sempre capita, come qualcosa capito per sempre. 

Ormai stringeva le labbra per non tradire la sua emozione. Il parallelismo tra la canzone e il suo rapporto con Party Boy era lampante, tant’è che si aspettava da un momento all’altro di vivere una di quelle manifestazioni di affetto amicale così rare da rimanere scolpite nella memoria.

Le sigarette con rabbia fumate, i blue jeans vecchi e le poche lire, 
sembrava che non dovesse finire, ma ad ogni autunno finiva l' estate. 

Nemico aveva alzato bandiera bianca. Stava per commuoversi, quando Party Boy si girò verso di lui. Era chiaro che stava per dirgli qualcosa. Nemico pendeva speranzoso dalle sue labbra.

- Mamma che palle, ma non possiamo mettere i Guns’n’Roses? 

In un primo momento, Nemico si sentì spiazzato da quell’uscita apparentemente così fuori luogo. Subito dopo esplose in una fragorosa risata, che continuò anche dopo che l’inconfondibile riff di “Welcome to the jungle” venne sparato fuori dalle casse dello stereo. Il pragmatismo estremo che contraddistingueva Party Boy aveva prevalso ancora.


PARTI SUCCESSIVE



24 feb 2010

Il lungo addio - Parte 1

L'estate era appena cominciata, eppure il caldo era già torrido. L'asfalto ribolliva, e la città era sferzata da un vento secco. Nemico scese in garage a prendere la macchina, e tra quella che usava di solito e la vecchia cabriolet scelse la seconda. Era incredibilmente affezionato a quell’auto, anche se ormai la usava di rado. Quella vettura era stata testimone delle sue prime guide incerte, dei primi viaggi, di tante altre storie che avevano impregnato l’abitacolo del loro ricordo, fino a rendere essa stessa un feticcio. E poi, quel giorno sentiva il bisogno di aria in faccia. Accese il motore, mise su un vecchio cd e con aria solenne inforcò i suoi Ray Ban scuri. Era una giornata particolare: stava per accompagnare un amico nel suo ultimo viaggio.
Party Boy abitava in periferia, a una ventina di minuti dal centro città. Quel giorno si era alzato presto, e dopo essersi preparato con cura si mise ad attendere Nemico. Sistematosi sul divano, tamburellava insistentemente le dita sul bracciolo. Era convinto della sua scelta, ma appena si sedette venne investito da un vortice di pensieri. Si innervosì, e gli venne voglia di fumare: sperava ingenuamente che le sue paure si disperdessero assieme al fumo della sigaretta. All'improvviso sentì il suono di un clacson: riconobbe la strombazzata tipica della persona che aspettava, così prese la sua roba e uscì di casa.
Nemico attendeva in macchina, davanti al portone. Aveva abbassato la capot, e il sole batteva dritto nell'abitacolo; lui però, la fronte imperlata e i vestiti umidi, non sembrava curarsene. Perso com'era nel focalizzare ciò che sarebbe avvenuto di lì a qualche ora, rimase a fissare il vuoto finchè non gli si parò davanti Party Boy. E allora sorrise.
I due si conoscevano da anni ormai, ma Nemico non si era ancora abituato alle mise del suo compare: quel giorno indossava una maglietta smanicata rossa con in bella mostra una serigrafia di un dragone cinese, dei bermuda di jeans sfilacciati alle estremità così corti da sembrare degli shorts, ciabatte di plastica da piscina e cappellino da baseball calato troppo in giù, fino a fargli le orecchie a sventola. Sembrava un misto tra una pin-up anni '80 e un pensionato giocatore di bocce. Mentre camminava verso la macchina con la sua tipica andatura caracollante, incrociò lo sguardo di Nemico; gli sorrise, accelerando il passo.

- Ciaen! gli disse appena entrato nell'abitacolo, con la sua tipica voce gutturale e l'accento simil-tedesco che sembrava scimmiottare Sturmtruppen. Aveva cominciato a parlare così anni prima, tentando di imitare una sua vecchia professoressa del liceo. Quella strana inflessione gli era poi rimasta cucita addosso.

- Tu la devi smettere di farti vestire da tua madre... 

- E perchè? Delegare a mammà è così comodo... 

- Ho capito, ma ormai vai per i trenta e non puoi andare in giro così...

- E perchè no? Mica sto infrangendo la legge... Magari non sarò abbastanza fashion, ma se incontreremo lungo la strada qualche stilista famoso gli farò presente il problema che io certi abiti non me li posso permettere. Ricorda che sono figlio di dipendenti statali... 

- Ricordo, ricordo... Come potrei scordarmelo, lo ripeti ogni volta che ti vuoi giustificare per qualcosa...

- Giustificare? No no, è la sacrosanta verità! 


Nemico non volle continuare un discorso che sapeva essere senza capo nè coda. Accese il motore senza perdere altro tempo dato che da lì a Strawberry Fields, la loro destinazione, c'erano quasi due ore di strada.

PARTI SUCCESSIVE


13 feb 2010

Amore di plastico

Nel mio cuore c'è un uccello azzurro
che vuole uscire
ma con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani lì dentro, non voglio
che nessuno
ti veda.

Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io gli verso addosso whisky e aspiro
il fumo delle sigarette
e le puttane e i baristi
e i commessi del droghiere
non sanno che
lì dentro
c'è lui.

Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io con lui sono inflessibile,
gli dico:
rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
di testa?
Vuoi mandare all'aria tutto il mio
lavoro?
Vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
Europa?

Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
solo di notte qualche volta
quando dormono tutti.
Gli dico: io lo so che ci sei,
non essere
triste.

Poi lo rimetto a posto,
ma lui lì dentro un pochino
canta, mica l'ho fatto davvero
morire,
dormiamo insieme
così
col nostro
patto segreto
ed è così grazioso da
far piangere
un uomo, ma io non
piango, e
voi?
                                                                                            Hank

Oggi ho avuto l'occasione di scatenare i cannoni di Navarone. Probabilmente qualche tempo fa mi sarei fregato le mani davanti a un'opportunità del genere, ma ormai la situazione è cambiata. 
Sono ancora molto affezionato a Nemico, questo è ovvio. Lo immagino a passare il suo tempo confuciamente seduto in riva al fiume, aspettando di veder passare i cadaveri dei suoi antagonisti. Periodicamente lustra il suo fucile di precisione sorridendo sadicamente, perchè a volte la fortuna bisogna anche andarsela a cercare.
Tra me e lui però la distanza è ormai abissale. Siamo tanto lontani che addirittura mi pesa vedermi costretto da input esterni a parlare ancora di una storia che, se non fosse per le modalità in cui si è sviluppata, sarebbe addirittura banale. Così banale da poter sembrare un libro della Tamaro, o una fiction del biscione. E allora non capisco come essa possa essere fonte di ispirazione, come possa risultare d'interesse. A meno che non ci si focalizzi appunto sulle modalità, come da tempo fa il più strisciante dei giornalisti con il parricidio divenuto suo malgrado il più famoso degli ultimi cinquant'anni. E allora via, a scrutare il plastico della villetta e a contare le macchie di sangue sul pigiama, cercando di aggiungere elementi a una storia di cui già si è detto tutto. 
Se invece l'obiettivo è portare all'attenzione il punto di vista del protagonista che meno ha saputo esprimere le sue ragioni, il risultato è lo stesso: preferisco comunque, davanti a spettacoli del genere, cambiare canale.


9 feb 2010

Stalin Vs. Martians

Da sempre sono appassionato di videogame RTS (Real Time Strategy), giochi strategici in cui bisogna fondamentalmente accumulare risorse/costruire infrastrutture/reclutare eserciti/combattere. Ultimamente sto giochicchiando a quel capolavoro di Empire: Total War, il miglior RTS del 2009 (e forse di sempre). Ebbene, l'ultimo anno ha però visto l'uscita di un altro titolo strategico, che mi era sfuggito fino a ieri, e che annovero tra i videogiochi più trash della storia.

Ecco la trama:

Nel 1942 i cieli del pianeta non sono sicuri. Astronavi aliene provenienti da Marte si apprestano a invadere la Terra. Solo un uomo tenterà di contrastare l'invasione marziana, un uomo d'acciaio: Iosif Vissarionovič Džugašvili, conosciuto al mondo come Stalin.

Ebbene sì, Stalin contro gli alieni. Il gioco è stato sviluppato dai tre team di programmatori ucraino-russi di BWF, Dreamlore e N-game, probabilmente dopo una scorpacciata di peyote che ne ha causato un'overdose da mescalina. 

Ovviamente ho scaricato subito la demo, quindi sono in grado di farne una brevissima recensione:

Il titolo ha una lampante impostazione arcade. Non è prevista la costruzione di edifici, ma solo la raccolta di bonus, rinforzi e add-on in seguito all'eliminazione dei nemici (qualcosa di simile a World in Conflict, ma estremamente più primitivo). Per giocare si ha bisogno solo del mouse, che permette di svolgere tutte le semplici azioni previste grazie alla pressione dei tasti destro e sinistro.

Dal punto di vista grafico Stalin Vs. Martians è coloratissimo e molto semplice, il motore grafico è antiquato e ricorda i primi Command & Conquer. Gli alieni contro cui dovremo combattere sono piuttosto vari e spaziano da minuscoli mostriciattoli colorati a mastonditici bestioni verdi capaci di sputare un raggio mortale dalla bocca. Peccato che l'intelligenza artificiale del nemico sia troppo rudimentale, e ciò riduce l'esperienza videoludica a una sparatoria senza criterio in cui vince chi schiera più unità.
Il sonoro rispecchia alla perfezione la natura trash del titolo: niente musiche epiche per sottolineare i momenti clou delle battaglie, accantonate a favore di un martellante e fuori luogo sottofondo dance/pop.

Una nota a parte merita il filmato promozionale diffuso dagli sviluppatori, che mostra un inedito Stalin in versione Tony Manero che si scatena ballando sulle note della colonna sonora del gioco. Potete trovarlo QUI, e ve ne consiglio caldamente la visione.

In conclusione, Stalin Vs. Martians è un titolo estremamente rudimentale, che delude sotto quasi tutti i punti di vista. Comunque non mi sento di bocciarlo in toto: come voto gli do un bel 5 risicato, ma solo per l'originalità e per il fatto che vedere Stalin ballare non è proprio una cosa di tutti i giorni...


8 feb 2010

Canal grande

Ho un account su Youtube da qualche anno ormai, lo trovo molto comodo in quanto mi permette di memorizzare i miei video preferiti per poi rivederli quando e come voglio. Ebbene, a tutti gli utenti registrati viene fornita una pagina personale - un canale - che raggruppa video caricati, preferiti e qualche informazione condivisa dall'utente. Io me ne sono sempre disinteressato, scoprendo solo di recente di avere abbastanza visite e addirittura qualche seguace; dato che negli ultimi tempi sono come pervaso dal sacro fuoco della formattazione (ma di questo parlerò poi) ho deciso di mettere un po' d'ordine sul mio spazio Youtube. Tema rosso dominante con effetto trasparenza (come da antiche tradizioni) e uno sfondo che renda l'idea di cosa succede nel mio covo durante le intense sessioni youtubbiane. Il rinnovato LilloArzillo Channel lo trovate QUI.
Se avrete la pazienza di seguirmi, potrete dare uno sguardo ai video che ho caricato (pochini per la verità, e tutti di qualità discutibile) e soprattutto esplorare la lista dei miei filmati preferiti (e lì sì che c'è qualche chicca).

Per il resto, tuttapposto. Ho ripreso a dedicarmi al progetto di cui parlavo qui, che spero veda la luce a breve; non dipende solo da me naturalmente, ma ho cominciato a prendere contatti con un po' di gente e sono fiducioso. Qualora il tutto si concretizzasse, seguiranno aggiornamenti e link a iosa... 


1 feb 2010

La satira del retrobottega contingente


Stefania Craxi: "Il tempo con Craxi sarà galantuomo. Per la maturazione degli interessi."

Haiti: la lussuosa nave da crociera "Independence of the Seas" non ha mutato itinerario nonostante il terremoto. Per i passeggeri, serviti sulla spiaggia stuzzichini e cocktail di benvenuto. Preparati senza bisogno dello shaker.

Tremonti: "Il PIL non riesce a catturare tutta la ricchezza italiana". A volte non ci riescono nemmeno le rogatorie internazionali...

Esce il film "Baciami ancora", sequel de "L'ultimo bacio". Si teme che il film sia una mera operazione commerciale, soprattutto dopo la decisione di Muccino di rendere in post-produzione tutti i protagonisti di carnagione blu e alti 4 metri.