Un viaggio da duri e puri

Da Milano a Tarifa e ritorno in sella a una Suzuki GSXF-750.

Maroòn Five

La pagina ufficiale dei Maroòn Five, la band rock meno talentuosa di tutti i tempi.

Club Atlètico Boca Jouer

La squadra di calcio a 7 inconsciamente patrocinata da Claudio Cecchetto.

Movie Mash Up

Cosa scaturirebbe dalla fusione delle sceneggiature di alcuni tra i film più famosi di tutti i tempi? Probabilmente qualcuna di queste stronzate!

I racconti dell'appartamento

Non i soliti aneddoti di studentelli fuorisede.

26 gen 2010

Wanted dead or alive

Vorrei avere sottomano Bill Gates. Incrociarlo per strada, narcotizzarlo col cloroformio e caricarlo su un furgone. Portarlo in un casolare isolato in campagna, e torturarlo. Senza rabbia, ma con sadico divertimento: recidergli i tendini delle caviglie affinchè non possa fuggire, maciullargli i testicoli con uno spremiagrumi elettrico, fargli pressione sulla fronte con una corda finchè gli occhi non gli schizzino via dalle orbite. Dopodichè lo percuoterei ripetutamente in testa con una spranga, facendo però ben attenzione a risparmiargli colpi letali. Un’emorragia celebrale, ecco quello che ci vuole; non voglio che muoia, ma renderlo un vegetale.

Resterei qualche minuto a contemplare il suo corpo martoriato immerso in una pozza di sangue, e poi passerei alla seconda parte del piano: grazie a medici compiacenti (guarda caso ne conosco uno) farei in modo che gli sia garantita clandestinamente assistenza medica perpetua. Nonostante la sopraggiunta morte celebrale, desidero per lui un sadico accanimento terapeutico. Voglio renderlo inutile, voglio che il suo cervello diventi incapace di dare input al corpo, anche se quest’ultimo conserva ancora tutte le sue funzionalità. Voglio che diventi come un suo sistema operativo.

Ma non ho finito.

Qualche giorno dopo rapirei sua moglie, la porterei nella località segreta in cui custodirò gelosamente suo marito e la obbligherei a restare al suo capezzale 24 ore al giorno. Offenderei il suo dolore ripetendogli sistematicamente battutine perverse come:

- Ha provato a premere CONTROL+ALT+CANC? 

- Sarà forse un conflitto di drivers? 

- Gliel’avevo detto che era meglio Linux…

Dopodichè consegnerei alla povera donna una pistola con un solo colpo in canna, proponendole una scelta: sparare a suo marito in modo da porre fine alla sua agonia, oppure suicidarsi per evitare a lei stessa una vita rinchiusa in mio potere. Mi gusterei la scena guardandola dietro la parete a vetri della stanza-prigione, sgranocchiando pop corn istantanei preparati al microonde. Poi uscirei per andare a comprare una Playstation 3, in modo da riuscire finalmente a giocare a PES in santa pace.

Non so se si è capito, ma da qualche tempo ho dei problemi col computer…





18 gen 2010

Tentar non nuoce




Che dire, meglio soli che male accompagnati...


17 gen 2010

La satira presume che il pubblico abbia un cervello

Per chi sul web volesse leggere e fare un po' di satira in libertà, consiglio due siti: uno è Spinoza, l'altro il blog di Daniele Luttazzi. Io sono iscritto a entrambe le community, ma preferisco postare le battute sul forum di Spinoza in quanto lì l'ambiente è più ruspante: un vero e proprio peer-to-peer della satira, in cui gli utenti leggono-valutano-affinano tutto ciò che viene postato. Luttazzi, con la sua palestra, offre validi consigli sulla tecnica (perchè, se è vero che senza un'idea non ci si alza dal letto, è vero anche che questa idea dev'essere concretizzata nel modo migliore possibile...), ma i post vengono valutati da lui in persona, un battutista per ovvie ragioni primus inter pares. Dunque, dietro la mia scelta questioni di approccio.
E' un paio di giorni che mando battute a Spinoza, e il meccanismo è facile: si parte da un fatto di cronaca e lo si commenta in chiave satirica. Le migliori vengono selezionate e periodicamente pubblicate in home page. Dato che "venire alla luce" dal forum non è così semplice (oggettivamente è frequentato da gente molto brava), ho deciso di pubblicare anche qui i miei tentativi satirici. Senza impegno, in nome del "famose 'na risata". Dunque, eccole qui:

Rimane chiusa otto giorni in ascensore: disidratata e sotto choc, ma è viva. Polemiche sul nuovo reality di Mediaset.

Asteroide sfiora la terra. Andreotti: "Deja vù..."

In Asia la più lunga eclissi del millennio. In Italia la più lunga degli ultimi 150 anni.

Tassa alla SIAE per gli apparecchi con memoria. Gli aerei Ryanair non saranno più dotati di scatola nera.


Di Pietro: "Gira un falso dossier su di me. Io non ho mai indossato calzini turchese..."

In un sondaggio RAI, Laura Pausini è la più votata come "più grande personaggio italiano di tutti i tempi". Dalla stessa gente che ritiene Silvio Berlusconi il più grande statista degli ultimi 150 anni.
 Amareggiato Dante Alighieri, confortato da Virgilio: "Non ti curar di loro, ma guarda e passa..." 
 Esclusi dall'iniziativa tutti i politici, per il regime di par condicio. Bersani: "Peccato, sarebbe stata un'altra buona occasione per andare sotto nei sondaggi..." 

D'Alema: "Un leader sa fare passi indietro. Magari continuando a prendere decisioni sottobanco, lasciando che siano gli altri a metterci la faccia."



13 gen 2010

Acqua in bocca

La situazione politica della Puglia è oggi paradossale. Le elezioni regionali di Marzo sono alle porte ma il centrosinistra, dopo il ridicolo tira e molla di Emiliano, è impantanato nella diatriba tra i due possibili candidati governatori Nichi Vendola e Francesco Boccia.
L'Italia dei Valori si barcamena ambiguamente tra le varie opzioni in campo. Se il segretario nazionale Antonio Di Pietro si era detto possibilista sulle primarie, il responsabile regionale Pierfelice Zazzera ha dichiarato che l’IdV non vi parteciperà, ma attenderà la designazione ufficiale di un candidato.
L’esplosione del “caso Vendola” nasce:
  • da una contraddizione intrinseca: ora come ora candidare il governatore uscente significherebbe affidare la leadership regionale della coalizione di centrosinistra a un esponente di fatto espressione di una forza politica extraparlamentare; 
  • dal preciso veto dell’UDC di Casini. 
Il caro Pierferdi, uomo dai capelli di George Clooney e dal carisma di una macchina da caffè, è infatti da tempo in trattativa con il PD per un’alleanza a lungo temine che sposterebbe ulteriormente al centro la posizione del centrosinistra. Anche se il segretario nazionale del PD Bersani si era detto a suo tempo disponibile ad eventuali alleanze con le forze di sinistra escluse dal Parlamento alle ultime politiche, Massimo D’Alema (principale fautore della candidatura di Bersani alla segreteria) ha di recente sostenuto, sondaggi alla mano, che il mancato appoggio dell’UDC renderebbe difficile la vittoria elettorale.
Dal canto suo, l’elettorato è sempre più disorientato dalle prese di posizione dei vari protagonisti delle possibili coalizioni.
Ciò che si profila è una chiara scelta politica del PD: costituire un asse privilegiato con l'UDC (in Puglia, come quasi ovunque in Italia), a scapito delle forze di sinistra più radicali. Una scelta pienamente accettata e condivisa dal partito di Di Pietro.
Le motivazioni del veto di Casini su Vendola appaiono ideologiche, nel senso che Pierferdi preferirebbe un candidato più moderato per favorire “l’emergere di una sinistra riformista” (recente dichiarazione a Porta a Porta). Francesco Boccia sembra avere un perfetto physique du role: docente di Economia Aziendale, di matrice democristiana, riformista e favorevole alla progressiva privatizzazione degli enti pubblici.
Nulla da eccepire fin qui, se non fosse per una piccola contraddizione: anche nella regione Lazio PD, UDC e IdV sono alleate; candidato ufficiale designato: Emma Bonino. Un candidato di indubbia caratura, che ha lavorato bene come commissario europeo ed è stato eletto al Senato col PD nel 2008. Il discorso però non è di forma, ma di sostanza: a livello politico, le linee guida di Bonino e Vendola sono pressochè sovrapponibili; viene da chiedersi dunque perchè nel Lazio l'UDC sia stato accomodante mentre in Puglia abbia messo un veto tassativo nella scelta del candidato.
La realtà è che l'alleanza centrista formata da PD-IdV-UDC aprirebbe esplicitamente le porte degli enti pubblici ai privati. In Puglia, l'ente privato che più fa gola è l'acquedotto, il maggiore d'Europa: 10.000 chilometri di rete fognaria e oltre 170 depuratori, un sistema di 150 imprese con più di 10.000 addetti.
Massimo D'Alema, da qualche decennio deus ex machina della politica pugliese, si prodiga da sempre per l'apertura ai privati dell'acqua del Tavoliere. Proprio sotto il suo governo, l’11 maggio 1999 l'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese viene trasformato in Acquedotto Pugliese SpA, preludio alla privatizzazione.
Da allora la società per azioni è rimasta interamente a capitale pubblico, ma ha suscitato l'interesse di diversi soggetti. Tra questi, la municipalizzata romana Acea (multiservice per energia elettrica, teleriscaldamento, acqua potabile, acque reflue e fognature nella regione Lazio) nel 2002 confermò l’interesse a partecipare alla privatizzazione dell’acquedotto.
Oggi, nonostante siano passati più di sette anni, il nome di Acea torna alla ribalta. La società, che nel 2008 ha generato ricavi per oltre 3 miliardi di Euro, è detenuta per il 51% dal Comune di Roma, per il 10% da Gaz de France-Suez (colosso energetico francese) e all'8 % da Francesco Gaetano Caltagirone (leader dell'omonimo gruppo attivo nei settori dei grandi lavori, del cemento, immobiliare, finanziario e dell’editoria).
Diversi elementi fanno pensare che la trattativa per il candidato governatore del centrosinistra in Puglia non si svolga solo su un tavolo politico, nel dettaglio:
  • Marco Staderini, amministratore delegato di Acea, è molto vicino a Caltagirone e uomo di fiducia di Casini;
  • Casini è il genero di Caltagirone, avendone sposato in seconde nozze la figlia nel 2007;
  • nel consiglio di amministrazione di Acea siede Andrea Peruzy, azionista di Suez de France (società francese che gestisce il business dell'acqua). Peruzy è inoltre il tesoriere della fondazione dalemiana Italianieuropei, nonchè uomo di fiducia di D'Alema.
Solo una mente subdola potrebbe pensare che un’alleanza tra D’Alema e Casini così consolidata potrebbe dunque rafforzarsi proprio in occasione degli "interessi in comune" dietro le elezioni regionali del 2010. L’allargamento della coalizione all’UDC, con la candidatura di Francesco Boccia (da sempre ed esplicitamente a favore della privatizzazione dei servizi idrici) permetterebbe dunque al monopolizzatore Caltagirone di mettere le mani anche sul prezioso e fruttuoso acquedotto.
Ovviamente, io ne sono convinto.
In questo scenario è evidente che la figura di Vendola diventi scomoda. L'attuale governatore si è sempre dichiarato contrario alla privatizzazione dell'acqua pugliese, da lui definita "bene comune dell'umanità". Di recente ha addirittura proposto un ricorso dinanzi la Corte Costituzionale contro una norma del decreto Ronchi, che ad oggi stabilisce che tutti i servizi pubblici (compresa l’erogazione dell’acqua) debbano essere affidati a imprenditori o a società private oppure a società a partecipazione mista pubblica e privata per ottenere il riconoscimento della competenza esclusiva della Regione.
L'impressione è che, per l'ennesima volta, interessi privati interferiscano con la Cosa Pubblica. Se davvero non si troverà un accordo e Vendola si vedrà costretto a correre da solo, a farne le spese saranno gli elettori del centrosinistra. Il rischio infatti è di vedere consegnata la Regione al centrodestra perchè, anche se la sinistra dovesse ottenere la maggioranza dei consensi, sarebbero splittati tra due differenti coalizioni.
L'esperienza di governo vendoliana ha dimostrato all'Italia, seppur con alti e bassi, che un'alternativa è possibile. Credo quindi che il governatore uscente meriti di sottoporre il suo operato al giudizio degli elettori, e non a quello di un tavolo politico in cui le principali mosse vengono svolte sottobanco. E se davvero Vendola correrà da solo, complice la miopia cui il PD ci ha assuefatto, allora mi appello a tutti i militanti che sono residenti in Puglia ma vivono altrove affinchè non prendano impegni nel week end del 20 Marzo. Tutti a votare, e chissà che non riusciremo a dimostrare per la seconda volta che i pugliesi desiderano un'alternativa al solito clientelismo.




11 gen 2010

Sono come suono. Il resto, a carte e 48.

Una sera di tanto tempo fa, in una galassia lontano lontano, presi in mano una chitarra. Non era la prima volta che ne imbracciavo una, ma quella volta lo feci in modo diverso. Fino a quel momento mi approcciavo allo strumento in modo distaccato, rigirandolo tra le braccia. Osservavo le venature del legno della cassa, il manico, i particolari intarsiati. Non mi azzardavo a toccare le corde, provando una sorta di timore reverenziale.
Quella volta invece sentii la pulsione di dominarla, di impegnarmi per diventare tutt'uno con essa, di cavarne fuori melodia.
Quel giorno un morto che parla mi disse che avrei capito di aver imparato a suonare quando sarei stato capace di riprodurre i principali accordi in modo fluido e a comando. Sarei stato un chitarrista d'accompagnamento, la base per poi approfondire ulteriormente o strimpellare senza impegno.
Ebbene, nonostante le sue tante frasi che mi hanno fatto male, forse quest'ultima è quella che ora brucia di più. Sarà forse perchè è stato uno degli ultimi momenti in cui si è condiviso qualcosa, pervaso quindi nel mio ricordo dal fascino crepuscolare della decadenza.
Ora che è trascorso del tempo, e dopo essermi procurato una chitarra (una buona chitarra, secondo un occhio esperto) passando mesi a esercitarmi con intensità altalenante, oggi mi sento un chitarrista. Sarò rudimentale, a volte ancora un po' impacciato, ma chitarrista. E dato che il morto che parla è stato trascinato subdolamente davanti a una scelta che ha fatto saltare il banco, mi trovo impossibilitato a renderlo partecipe della mia soddisfazione.
La esprimerò dunque qui, allegando anche una testimonianza: un'immagine che mi immortala quella sera di tanto tempo fa. Credo sia una foto fantastica, che coglie il preciso istante in cui m'innamoro dello strumento. Non mi stupisce che me l'abbia scattata chi, in quel momento più di chiunque altro, mi aveva al centro del suo mondo.

Sono l'Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti dove danza
il languore del sole in uno stile d'oro.