Eccomi. Solo un momento, il tempo per due antidolorificimagnifici da buttare fuori. Perchè è divertente e interessante ricostruire degli eventi con musica e parole, senza girarci intorno più di tanto e lasciando che ognuno dia l'interpretazione chi gli pare. Un qualcosa di nuovo, per me abituato sin dal 1989 a raccontare aneddoti con dovizia di particolari...
Inizio con una canzone, che trovate QUI. E' un pezzo particolare, che ho ascoltato dal vivo nel 2001 e che da allora mi ha fatto litigare con gli Afterhours... Ero al concertone del Primo Maggio, dopo una notte in treno in condizioni precarie e ore di scarpinate in giro per la capitale. Gli Afterhours furono il primo gruppo a uscire, proponendo subito "La gente sta male". Ho interpretato la cosa come una sorta di presa per il culo (ebbene sì, a volte sono molto scemo) e da allora mi sono sempre rifiutato di ascoltarli, considerandoli come un gruppo pesante e depressivo. Niente di più sbagliato, cazzo. Li ho riscoperti da poco, rendendomi conto che Manuel Agnelli (il cantante e autore dei testi) non è depresso. Solo molto incazzato. Dunque eccola qua, in tutto il suo splendore:
Sento che crescerò
Vivere male prima o poi ti fa male
E tu vendi come un sogno la normalità
Non riesco a godere della tua velocità
Non mi fai gioire della mia felicità
Questo non è quello che vorrei
Non voglio ciò che hai
Credi di far sognare
E la verità è che la gente sta male
Inseguendo ogni giorno la normalità
Non riesco a godere della tua velocità
Io voglio gioire della mia felicità
Certo non sei quello che vorrei
Per me, per noi
Non riesco a godere della tua velocità
Io voglio gioire della mia felicità
Certo non sei quello che vorrei
Per me, per noi
Oggi però doppia razione: alla canzone segue una poesia, di Dylan Thomas. Non sapete chi sia Dylan Thomas? E' il poeta che dà il nome a Dylan Dog, e solo questo dovrebbe incuriosirvi. Il resto, scopritelo da soli.
Tu con monete false nella borsa degli occhi
Tu amico mio dall'aria accattivante
Che per vera mi rifilasti la menzogna
Mentre spiavi bronzeo i miei più gelosi pensieri
Che mi allettasti con luccicanti pezzi d'occhio
finchè il dente goloso del mio affetto trovò il duro
E scricchiolò , e io inciampai e succhiai,
Tu che ora evoco a stare come un ladro
Nella memoria, moltiplicato da specchi,
In sofferente inobliabile atto,
Mano lesta nel guanto di velluto
E un martello contro il mio cuore
Eri una volta una tale creatura, un così allegro,
Schietto, spassionato compagno,
Che non avrei mai detto nè creduto
Mentre una verità spostavi nell'aria,
Che per quanto li amassi per i loro difetti
Come per i loro pregi,
I miei amici non erano che nemici sui trampoli
Con la testa fra nuvole d'astuzia!
2 commenti:
che bella la poesia di dylan thomas!!! la sento mia! grazie
Contento che ti sia piaciuta Angie, anche se non devi ringraziare me ma Dylan Thomas..eheh!
A me piace molto; se vuoi approfondire ti consiglio "Morti e ingressi", la sua raccolta di poesie più famosa...
A buon rendere,
L
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