Nel mio cuore c'è un uccello azzurro
che vuole uscire
ma con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani lì dentro, non voglio
che nessuno
ti veda.
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io gli verso addosso whisky e aspiro
il fumo delle sigarette
e le puttane e i baristi
e i commessi del droghiere
non sanno che
lì dentro
c'è lui.
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io con lui sono inflessibile,
gli dico:
rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
di testa?
Vuoi mandare all'aria tutto il mio
lavoro?
Vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
Europa?
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
solo di notte qualche volta
quando dormono tutti.
Gli dico: io lo so che ci sei,
non essere
triste.
Poi lo rimetto a posto,
ma lui lì dentro un pochino
canta, mica l'ho fatto davvero
morire,
dormiamo insieme
così
col nostro
patto segreto
ed è così grazioso da
far piangere
un uomo, ma io non
piango, e
voi?
Hank
Oggi ho avuto l'occasione di scatenare i cannoni di Navarone. Probabilmente qualche tempo fa mi sarei fregato le mani davanti a un'opportunità del genere, ma ormai la situazione è cambiata.
Sono ancora molto affezionato a Nemico, questo è ovvio. Lo immagino a passare il suo tempo confuciamente seduto in riva al fiume, aspettando di veder passare i cadaveri dei suoi antagonisti. Periodicamente lustra il suo fucile di precisione sorridendo sadicamente, perchè a volte la fortuna bisogna anche andarsela a cercare.
Tra me e lui però la distanza è ormai abissale. Siamo tanto lontani che addirittura mi pesa vedermi costretto da input esterni a parlare ancora di una storia che, se non fosse per le modalità in cui si è sviluppata, sarebbe addirittura banale. Così banale da poter sembrare un libro della Tamaro, o una fiction del biscione. E allora non capisco come essa possa essere fonte di ispirazione, come possa risultare d'interesse. A meno che non ci si focalizzi appunto sulle modalità, come da tempo fa il più strisciante dei giornalisti con il parricidio divenuto suo malgrado il più famoso degli ultimi cinquant'anni. E allora via, a scrutare il plastico della villetta e a contare le macchie di sangue sul pigiama, cercando di aggiungere elementi a una storia di cui già si è detto tutto.
Se invece l'obiettivo è portare all'attenzione il punto di vista del protagonista che meno ha saputo esprimere le sue ragioni, il risultato è lo stesso: preferisco comunque, davanti a spettacoli del genere, cambiare canale.
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