Dopo qualche mese, si torna a manifestare. Un buon pretesto per tornare su questo spazio, che nell'ultimo periodo avevo un po' abbandonato. Il titolo prende spunto da: "Una stanza tutta per me", lo spettacolo teatrale che la persona qui oggetto di ludibrio ha analizzato nella sua tesi.
Eccolo qua:
Festeggiamo oggi la laurea magister di Simona: un evento atteso da così tanto che alla fine, per assistere alla discussione, ha fatto in tempo ad arrivare persino Godot.
La giovane De Giorgio è riuscita nel suo intento nonostante nell’ultimo anno la sua agenda sia stata colma di eventi mondani: i suoi amici sono stati infatti così premurosi nei suoi confronti, da creare per lei le condizioni per raddoppiare di fatto la sua vita sociale.
Simona è però alla fine riuscita a terminare il suo percorso accademico con ottimi risultati, ma i motivi di una tale brillantezza negli studi non sono figli dell’interesse per le materie trattate o dell’ambizione; sono figli del terrore. Il libretto di Simona è infatti così impregnato dall’odore della paura da poter scatenare un attacco di follia omicida in un pitbull. E’ notorio che la De Giorgio soffra di un’incredibile ansia da prestazione, paragonabile a quella che proverebbe un uomo ipodotato affetto da disfunzione erettile obbligato a possedere Pamela Anderson in diretta TV. Ciò le ha imposto di fatto di genuflettere allo studio ogni altro aspetto della sua vita, abusando costantemente della pazienza di chi le sta intorno.
La tesi di laurea che Simona ha scelto di svolgere denota una grande passione per la drammaturgia, nata nonostante sia cresciuta in una città dove si demoliscono teatri storici per costruire grandi magazzini, in cui c’è una sola biblioteca per 90.000 abitanti e la parola “cultura” sia utilizzata prevalentemente per squallidi doppi-sensi riferiti alle terga. Considerato quindi il contesto dove si è formata, la neo-laureata è paragonabile a una rosa nel deserto (e non solo per il suo aspetto grinzoso e marrone).
Sentimenti contrastanti albergano però ora nella mente della neo-dottoressa: da un lato la soddisfazione per aver raggiunto un così importante traguardo, dall’altro il dispiacere per la fine ufficiale della vita da studente e il conseguente passaggio a tutti gli effetti dall’altra parte della barricata. Ciò non stupisce minimamente, dato che la De Giorgio ci ha abituati negli ultimi anni a una certa ambivalenza delle opinioni: da un lato ha una riconosciuta tendenza a dare ragione a chiunque sia il suo interlocutore, dall’altro essendosi istruita in un Ateneo dove effeminati in sottana lanciano strali contro l’omosessualità, si è di fatto abituata alle contraddizioni.
Una cosa è però certa: Simona, indipendente come la Padania ed emancipata come la Chiesa Cattolica, si ritrova ora senza il faro che il proprio Ateneo rappresentava per lei. Proprio per questo sta meditando il trasferimento a Dubai dal suo fidanzato: se non potrà più essere l’Università a instradarla, traslocando in un paese islamico fallocratico e fondamentalista potrà lasciare al suo uomo il timone della propria vita, evitandosi in tal modo rimorsi femministi. Inoltre, la scelta di andare a vivere in Medio Oriente avrebbe il vantaggio di limitare le visite del padre Nicola, anche se purtroppo Dubai è piena di alberghi in cui si organizzano convegni medici.
L’ipotetico trasferimento negli Emirati Arabi scombinerebbe però l’attuale assetto logistico della famiglia De Giorgio: la sorella minore Poccy, che ad oggi convive con Simona, rimarrebbe da sola a Milano. I genitori Nicola e Annamaria stanno cercando una soluzione, e sembrava l’avessero trovata nell’opportunità di rottamare Poccy in modo da usufruire degli incentivi statali per le auto. Tale idea è stata però presto accantonata sia perché i De Giorgio hanno da poco cambiato la macchina, sia a causa delle politiche finanziarie dell’attuale Governo che non includono incentivi per il 2010.
Qualora Simona dovesse scegliere di non andare a Dubai e rimanere in Italia, nell’attesa di diventare un’insegnante di ruolo dovrebbe cercare di sbarcare il lunario in qualche modo, per gravare meno sul bilancio familiare. Durante il suo periodo universitario la De Giorgio ha sviluppato alcune competenze, che le permetterebbero di svolgere con successo i seguenti mestieri:
sommelier di puzza di piedi, grazie alla pluriennale esperienza acquisita prima della svolta igienista del fidanzato Jacopo;
assistente socio-psico-pedagogico, grazie alle capacità sviluppate sulla pelle della sorella Poccy, da anni indebitamente trattata come Tom Cruise trattava Dustin Hoffman nel film “Rain Man”;
torturatrice professionista, forte del fatto che nastri registrati della sua voce vengono già utilizzati dalla CIA sui terroristi di Al Qaida detenuti a Guantanamo, per minarne l’equilibrio psicologico.
Festeggiamo dunque Simona, con tanta felicità e senza malinconia. A volte infatti cose che si crede di perdere cambiano semplicemente di posto, e come lei passerà da davanti a dietro una cattedra conservando la medesima passione, così manterrà una famiglia numerosa e divertente che l’appoggerà comunque vadano le cose, un fidanzato che la ama alla follia ma che vuole anche spezzarle le ossa, un losco individuo con cui fare discorsi di ore che si concludono spesso con l’invito da parte di lui ad assumere per via rettale tutti i tomi del Devoto Oli, e tanti amici che l’aiuteranno, se non a sentirsi meno stupida, come minimo a essere meno sola.
UNA STANZA TUTTA PER ME, DA CUI NON ESCO MAI PERCHE’ TRA SOLO 40 GIORNI HO UN ESAME
Festeggiamo oggi la laurea magister di Simona: un evento atteso da così tanto che alla fine, per assistere alla discussione, ha fatto in tempo ad arrivare persino Godot.
La giovane De Giorgio è riuscita nel suo intento nonostante nell’ultimo anno la sua agenda sia stata colma di eventi mondani: i suoi amici sono stati infatti così premurosi nei suoi confronti, da creare per lei le condizioni per raddoppiare di fatto la sua vita sociale.
Simona è però alla fine riuscita a terminare il suo percorso accademico con ottimi risultati, ma i motivi di una tale brillantezza negli studi non sono figli dell’interesse per le materie trattate o dell’ambizione; sono figli del terrore. Il libretto di Simona è infatti così impregnato dall’odore della paura da poter scatenare un attacco di follia omicida in un pitbull. E’ notorio che la De Giorgio soffra di un’incredibile ansia da prestazione, paragonabile a quella che proverebbe un uomo ipodotato affetto da disfunzione erettile obbligato a possedere Pamela Anderson in diretta TV. Ciò le ha imposto di fatto di genuflettere allo studio ogni altro aspetto della sua vita, abusando costantemente della pazienza di chi le sta intorno.
La tesi di laurea che Simona ha scelto di svolgere denota una grande passione per la drammaturgia, nata nonostante sia cresciuta in una città dove si demoliscono teatri storici per costruire grandi magazzini, in cui c’è una sola biblioteca per 90.000 abitanti e la parola “cultura” sia utilizzata prevalentemente per squallidi doppi-sensi riferiti alle terga. Considerato quindi il contesto dove si è formata, la neo-laureata è paragonabile a una rosa nel deserto (e non solo per il suo aspetto grinzoso e marrone).
Sentimenti contrastanti albergano però ora nella mente della neo-dottoressa: da un lato la soddisfazione per aver raggiunto un così importante traguardo, dall’altro il dispiacere per la fine ufficiale della vita da studente e il conseguente passaggio a tutti gli effetti dall’altra parte della barricata. Ciò non stupisce minimamente, dato che la De Giorgio ci ha abituati negli ultimi anni a una certa ambivalenza delle opinioni: da un lato ha una riconosciuta tendenza a dare ragione a chiunque sia il suo interlocutore, dall’altro essendosi istruita in un Ateneo dove effeminati in sottana lanciano strali contro l’omosessualità, si è di fatto abituata alle contraddizioni.
Una cosa è però certa: Simona, indipendente come la Padania ed emancipata come la Chiesa Cattolica, si ritrova ora senza il faro che il proprio Ateneo rappresentava per lei. Proprio per questo sta meditando il trasferimento a Dubai dal suo fidanzato: se non potrà più essere l’Università a instradarla, traslocando in un paese islamico fallocratico e fondamentalista potrà lasciare al suo uomo il timone della propria vita, evitandosi in tal modo rimorsi femministi. Inoltre, la scelta di andare a vivere in Medio Oriente avrebbe il vantaggio di limitare le visite del padre Nicola, anche se purtroppo Dubai è piena di alberghi in cui si organizzano convegni medici.
L’ipotetico trasferimento negli Emirati Arabi scombinerebbe però l’attuale assetto logistico della famiglia De Giorgio: la sorella minore Poccy, che ad oggi convive con Simona, rimarrebbe da sola a Milano. I genitori Nicola e Annamaria stanno cercando una soluzione, e sembrava l’avessero trovata nell’opportunità di rottamare Poccy in modo da usufruire degli incentivi statali per le auto. Tale idea è stata però presto accantonata sia perché i De Giorgio hanno da poco cambiato la macchina, sia a causa delle politiche finanziarie dell’attuale Governo che non includono incentivi per il 2010.
Qualora Simona dovesse scegliere di non andare a Dubai e rimanere in Italia, nell’attesa di diventare un’insegnante di ruolo dovrebbe cercare di sbarcare il lunario in qualche modo, per gravare meno sul bilancio familiare. Durante il suo periodo universitario la De Giorgio ha sviluppato alcune competenze, che le permetterebbero di svolgere con successo i seguenti mestieri:
sommelier di puzza di piedi, grazie alla pluriennale esperienza acquisita prima della svolta igienista del fidanzato Jacopo;
assistente socio-psico-pedagogico, grazie alle capacità sviluppate sulla pelle della sorella Poccy, da anni indebitamente trattata come Tom Cruise trattava Dustin Hoffman nel film “Rain Man”;
torturatrice professionista, forte del fatto che nastri registrati della sua voce vengono già utilizzati dalla CIA sui terroristi di Al Qaida detenuti a Guantanamo, per minarne l’equilibrio psicologico.
Festeggiamo dunque Simona, con tanta felicità e senza malinconia. A volte infatti cose che si crede di perdere cambiano semplicemente di posto, e come lei passerà da davanti a dietro una cattedra conservando la medesima passione, così manterrà una famiglia numerosa e divertente che l’appoggerà comunque vadano le cose, un fidanzato che la ama alla follia ma che vuole anche spezzarle le ossa, un losco individuo con cui fare discorsi di ore che si concludono spesso con l’invito da parte di lui ad assumere per via rettale tutti i tomi del Devoto Oli, e tanti amici che l’aiuteranno, se non a sentirsi meno stupida, come minimo a essere meno sola.
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