Sarà stata la voglia di cambiamento che il ballottaggio di Milano oggi ha ottimisticamente portato alla ribalta, fatto sta che quello che voglio fare stasera è giocare a costruire uno Stato in cui finalmente io mi riconosca.
Il presupposto fondamentale, che rende ciò che ho in mente totalmente utopico, è immaginare che gli uomini cui saranno destinati incarichi di responsabilità non usino mai il loro potere a fini personali. Questa condizione che pongo, troppo irreale per essere vera, rende ciò che leggerete un mero esercizio di fanta-politica. Dunque, non prendetemi troppo sul serio.
Immaginiamo di dover completamente ridisegnare lo Stato Italiano, in un'atmosfera positivista e costruttiva come fu quella della Costituente del secondo dopoguerra. L'unica differenza è che al posto che essere un'assemblea plenaria di coloro che passarono alla storia come padri della patria, questa nuova costituente è circoscritta nel mio studio. Gli unici presenti all'assemblea siamo io e il mio cane, quest'ultimo di poche parole ma con diritto di veto. All'ordine del giorno, la razionalizzazione dello Stato Italiano. Dunque, procediamo:
Il primo punto è la conferma del sistema democratico bicamerale, ma con i seguenti correttivi:
- - riduzione del numero di parlamentari a 100 deputati e 75 senatori;
- - introduzione di nuovi criteri per accedere in parlamento:
- * abolizione dei limiti d'età;
- * superamento di un test attitudinale, i cui risultati saranno resi pubblici;
- * esame del sangue obbligatorio, da ripetere ogni mese per escludere eventuali abusi di alcol e/o stupefacenti.
- - eliminazione delle cariche a vita;
- - limite per ogni parlamentare a ricoprire tre soli mandati, a prescindere dalla durata delle singole legislature;
- - divieto per i parlamentari di ricoprire altre professioni durante il proprio mandato;
- - retribuzione per ogni parlamentare di 150 mila euro annui (250 per i ministri e 350 per il premier), indicizzata al tasso d'inflazione corrente, modificabile solo tramite referendum;
- - abolizione per i parlamentari della diaria e delle indennità;
- - abolizione della pensione da parlamentare, sostituita da un'indennità una tantum da corrispondere unicamente nel caso in cui la retribuzione da singolo parlamentare sia inferiore alla media delle ultime 3 dichiarazioni dei redditi del politico in oggetto prima dell'entrata in parlamento (esempio: se un avvocato aveva un reddito di 200 mila euro annui e viene eletto in Parlamento ottenendo una retribuzione da parlamentare di 150 mila euro annui, dopo una legislatura di 5 anni esso otterrà un'indennità di 200 mila - 150 mila x 5 = 250 mila euro);
- - istituzione dei seguenti ministeri, a numero fisso per ogni legislatura a meno di esplicita riforma costituzionale:
- * Tesoro;
- * Istruzione e Ricerca;
- * Sanità;
- * Infrastrutture;
- * Beni Culturali;
- * Lavoro;
- * Trasporti;
- * Ambiente;
- * Pubblica Amministrazione;
- * Giustizia.
- - istituzione di strettissimi criteri di selezione per gli aspiranti ministri basati su curriculum accademico e lavorativo, che deve obbligatoriamente essere pertinente con il ministero cui saranno destinati (mai più laureati in lettere che diventano ministri della Giustizia);
- - ciascun ministro è direttamente responsabile del proprio operato, dunque sono aboliti i ministeri senza portafoglio;
- - abolizione della carica di vice-ministro;
- - limite di 2 sottosegretari per ogni ministero. Ogni sottosegretario aggiuntivo (facoltativo) sarà retribuito direttamente dal suo ministro di riferimento.
In questo modo, ogni governo sarà sempre costituito da 11 membri (10 ministri più il premier), che opereranno sotto la stretta supervisione del Presidente della Repubblica (le cui modalità di elezione e ruolo restano invariati).
Il secondo punto è la riforma del sistema elettorale, che continua ad essere maggioritario con sbarramento al 3% ma con i seguenti correttivi:
- - ogni candidato premier è tenuto a presentare, contestualmente alla sua candidatura e dunque prima del voto, la propria rosa di ministri che rispettino i criteri di cui sopra;
- - abolizione dei collegi di elezione, il candidato viene votato dalla totalità degli aventi diritto;
- - ripristino della possibilità per l'elettore di esprimere la propria preferenza per specifici candidati;
- - modifica delle modalità di accesso al voto, secondo le seguenti direttive: ogni cittadino, contestualmente all'esame di maturità (nuovo limite per la scuola dell'obbligo), compila un test a risposta multipla composto da 10 semplici domande di educazione civica (esempio: chi è l'attuale Presidente della Repubblica? Qual è la differenza tra potere esecutivo e potere legislativo?). Chi risponde esattamente ad almeno 8 domande su 10, ottiene la tessera elettorale. Chi rimane escluso e quindi non ha diritto di voto, può risostenere in ogni momento il test nel proprio ufficio comunale di competenza e dunque rientrare (previo superamento della prova) tra gli aventi diritto.
2 commenti:
a parte che un laureato in lettere potrebbe fare tutto, anche il Presidente della Repubblica (!), ma l'unica cosa che mi lascia perplessa è il test pre-voto. Si sa che gli italiani copierebbero o troverebbero un modo per imbrogliare, ma si spera che nel tuo stato fanta politico chi esce dalla scuola, in cui insegnanti e studenti hanno gli strumenti per lavorare bene, sia un cittadino italiano fornito di quel bagaglio culturale necessario per avvicinarsi alla cabina elettorale con coscienza.
Certo che un laureato in lettere potrebbe fare tutto, ma per dominare certi tecnicismi ci metterebbe un lasso di tempo troppo lungo rispetto a qualcuno già ferrato in materia...
Per quanto riguarda il test pre-voto, vedrai che le generazioni future (che beneficeranno del mio nuovo sistema scolastico di cui parlerò nei prossimi giorni) non avranno problemi a superarlo...
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