2 giu 2010

Il lungo addio - Parte 3

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Mancava poco ormai a raggiungere Strawberry Fields, un paesino sul mare dimenticato da Dio. Nato come villaggio di pescatori, era diventato negli anni un luogo di villeggiatura per gente senza pretese. Era lì che Nemico e Party Boy si erano conosciuti, che tutto era iniziato, ed era lì che tutto avrebbe avuto fine. Party Boy stava guardando distrattamente dal finestrino un paesaggio che conosceva a memoria, quando si rivolse al suo accompagnatore:

- Lo sai perché mi piace viaggiare con la capot abbassata?

- Perché non si hanno barriere con lo spazio circostante, ed è come lasciarsi assorbire dai climi e dai profumi dei luoghi che si stanno attraversando?

- No, perché si può fumare!
Disse, mentre ridendo si accendeva una sigaretta.

Ne fumava al giorno almeno una quarantina, alternando discorsi sul piacere derivante dall’assunzione regolare di nicotina a rassegnate disamine delle sue spese annuali in tabacco. Anche Nemico rise; di solito non permetteva mai a nessuno di fumare in auto, ma quella volta fece un’eccezione: in fondo stavano viaggiando con la capot abbassata, e poi già immaginava la scena di Party Boy che ciccava la sigaretta controvento assumendo pose simili ai calchi di gesso di Pompei, per paura che eventuali scintille potessero finirgli addosso.

Party Boy stava ancora fumando quando svoltarono al bivio che conduceva alla Casa dell’Albero. Nemico vi parcheggiò proprio di fronte anche se la spiaggia, la loro destinazione, distava ancora qualche centinaio di metri. La struttura, una grande villa nel cui giardino troneggiava un rigoglioso albero di fico, era in rovina ormai da anni. Nemico e Party Boy vi avevano passato le estati dell’infanzia, un tempo lontano il cui ricordo sbiadiva di anno in anno come le pareti della casa. I due restarono qualche minuto a spiarla in silenzio dalle grate del cancello, come investiti dalla fiumana di ricordi che riaffiorava da ogni singolo mattone. Poi, si diressero a piedi verso la spiaggia.

- Certo che avremmo potuto almeno portarci un pallone... disse Party Boy, rompendo lo strano silenzio che era calato tra loro.

- Ma se io non corro dal 2004 e tu non lo hai mai fatto in vita tua!

- E vabbè, avremmo potuto giocare a tirarci i rigori... Alla fine io calcisticamente nasco come portiere, ti avrei sfidato molto volentieri.


- Tu non nasci portiere, tu quindici anni fa hai comprato la maglia di Taglialatela (famoso portiere del Napoli degli anni '90, NdA) e da allora ti sei arrogato il diritto di definirti portiere. Però diciamoci la verità, hai sempre fatto schifo... Ti ricordi quando abbiamo partecipato a quel torneo estivo e tu sei partito come capitano - portiere titolare per poi finire Direttore Artistico della squadra? E quel ruolo lo hai ricoperto solo perchè eri il mio migliore amico... 

- Già... Però in vecchiaia mi prometti che racconteremo la mia versione dei fatti? E poi tra l'altro io non ho mai capito cosa faccia un direttore artistico in una squadra di calcio... Praticamente niente!

- Appunto... Ehi, siamo arrivati.


La spiaggia era deserta, ma d'altronde si era ancora in bassa stagione. Un silenzio assoluto era interrotto solo dal quieto refluire del mare calmo. Nemico pensò mentre scrutava l'orizzonte che in fin dei conti quel posto non gli era mai dispiaciuto. Party Boy intanto si era spogliato, rimanendo in costume da bagno.

- Santo cazzo! sbottò Nemico.

- Che c'è?

- Cosa diavolo è quel costume? Hai per caso perso una scommessa?


L'unico indumento che indossava Party Boy era oggettivamente raccapricciante: uno slip rosso acceso eccessivamente sgambato, con un'orrenda stampa di una palma da cocco sul posteriore con di fianco la scritta "BAYWATCHER".

- Cos'ha che non va? Mammà dice che gli slip da bagno sono tornati di moda...

- Forse Mammà il giorno che te l'ha comprato avrà visto una puntata di Magnum PI, ma senza realizzare che la serie è stata interrotta nel 1988 e che da allora trasmettono repliche... Magari ti ha anche detto che sono tornati di moda i baffoni?

- Non cederò alle tue provocazioni! E comunque, ha visto che pettorali?


Party Boy cercava, contraendosi, di mettere in bella mostra un fisico inesistente. Nemico, come sempre, lo compiaceva fingendo di notare ogni volta miglioramenti nella definizione della massa muscolare dell'amico. Sulla spiaggia deserta, Party Boy continuò per un po' ad assumere pose degne di Mister Olimpia mentre Nemico continuava ad osservarlo basito; la scena aveva un nonsochè di surreale.

Ad un tratto i due si guardarono negli occhi, come se gli fosse ritornato di colpo alla mente il vero motivo per cui erano lì. Party Boy si diresse verso il mare, finchè l'acqua non gli arrivò ai polpacci. Nemico, che aveva ancora indosso i vestiti, lo guardava dalla battigia. Era tempo di accomiatarsi, un momento che i due credevano non sarebbe arrivato mai; proprio per questo, rimasero in silenzio senza sapere bene cosa dire. Non era uno di quei silenzi tipici dei vecchi amici, c'era una punta d'imbarazzo che entrambi coglievano mentre si guardavano faccia a faccia. Nemico sentì l'esigenza di dire qualcosa, qualunque cosa pur di far finire quel momento che stava diventando struggente:

- Ma non hai paura a nuotare per tutto quel tempo?

- Io? Ormai sono un nuotatore provetto, dovresti saperlo...

- E la paura degli scogli sommersi? Ce l'hai ancora?

- Ahahah! No... L'ho superata anni fa quando tu mi hai buttato fuoribordo su un nugolo di scogli, appena ti confidai quella mia fobia durante una gita in barca... E poi dopo tutta l'esperienza che ho accumulato durante l'adolescenza con cozze pelose, figurati se ora mi faccio problemi per qualche pietra ricoperta di alghe...eheheh!


Fu il loro ultimo scambio, nello stile che aveva sempre contraddistinto il loro rapporto. I due si salutarono brevemente con un cenno del capo, prima che Party Boy si gettasse in acqua cominciando a nuotare verso l'orizzonte. Nemico si accese una sigaretta mentre guardava la sagoma dell'amico che in lontananza si rimpiccioliva sempre più, fino a scomparire. La sua mente vagava, a tratti ricordando momenti che avevano passato insieme e a tratti chiedendosi se prima o poi si sarebbero rivisti. Il comparire all'improvviso davanti a lui di un'ombra proiettata da qualcuno alle sue spalle lo riportò repentinamente alla realtà. Non era più solo sulla spiaggia, e credeva di sapere a chi appartenesse quell'ombra. Gli ultimi dubbi vennero fugati appena quella presenza misteriosa lo salutò:

- Ciaen! 


Foto di Fko - © 2009

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