5 nov 2010

Trick or Treat: il disagio mentale d'intagliare le zucche

Per la serie "Altri scrittori contingenti", ecco un altro post di Juanna. Si tratta di un pezzo infervorato in cui l'autore, col piglio incalzante derivante dell'essere figlio di un fondamentalista salernitano, si scaglia contro l'omologazione dei costumi che attanaglia la nostra società capitalistica. Un sasso lanciato in uno stagno; anzi, in una di quelle fontane posticce che si trovano in tanti centri commerciali.

JUANNA PRESENTA: BUON HALLOWEEN, E VAFFANCULO!

Ma perché noi Italiani saremmo un popolo di cazzoni? Perchè ci accusano sempre di non adattarci ai nuovi costumi , di non aprirci alle altre culture e di arroccarci sulle nostre tradizioni centenarie o addirittura millenarie? Tutto ciò è falso! Noi siamo bravissimi a recepire le nuove idee, a far nostro ciò che proviene dalle altre civiltà, dagli altri stati, insomma DA FUORI.

C’è solo un problema, un gran bel cazzo di problema: tendiamo a scopiazzare soprattutto le cose sbagliate o le interpretazioni errate di cose giuste e se, per caso, aggiungiamo qualche integrazione o innovazione, puntualmente peggioriamo o snaturiamo quanto abbiamo preso a modello.

Gli esempi non mancano e mi sembra inutile stare ad elencarli tutti. Tuttavia un caso di questi, quello che più odio, mi si concretizza davanti ogni anno tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Una festa che proprio non sopporto: Halloween.

Presso non so quale popolo nordico (alcuni sostengono si tratti di quello irlandese, altri generalizzano parlando di cultura anglo-sassone, altri ancora vattelappesca…) si credeva anticamente che gli spiriti dei morti camminassero sulla terra nella notte tra il 31 ottobre ed il primo di novembre alla ricerca di corpi vivi da “possedere“, così i coglioni si travestivano da fantasmi ed altre creature della notte per ingannare le terribili entità che si aggiravano nelle tenebre, poi le zucche intagliate ed illuminate, cazzi e mazzi etc… etc….

Quando tale usanza è arrivata negli Stati Uniti d’America si è creato un business di proporzioni gigantesche: le maschere, i costumi, i dolci, gli adesivi e tutte le cazzatine orrorifiche possibili ed immaginabili, tutto all’insegna del “dolcetto o scherzetto?”. Sì perché anche le tradizioni si evolvono: da parecchi decenni i bambini americani quella notte si travestono da vampiri, fantasmi, streghe e quant’altro e bussano ad ogni porta ripetendo quella frase. Se non sono accompagnati da un adulto pare convenga dar loro qualcosa altrimenti tocca pulire la porta (nella migliore delle ipotesi). Da qualche anno questa festa si è diffusa anche in Italia, con tutte le conseguenze che comporta.

La ricorrenza in sé non è diseducativa, a renderla tale oltre che stupida, nociva e controproducente è il modo in cui la vivono e (adesso anche noi, purtroppo ) la viviamo.

Innanzitutto è più che palese che i nostri ragazzini festeggino Halloween solo o quasi solo per scimmiottare tutto ciò che fanno i loro coetanei nei film e telefilm americani, la qual cosa non indica solo carenza di creatività ma ci spinge ad aspettarci di tutto: dai discorsi ridicoli e perbenistici alla “Seventh Heaven” fino alle troiate e zoccolate di “Nip/Tuck ”; dagli stupri stile “il branco” fino agli esperimenti di Bart Simpson e così via.

Mentre poi i bambini piccoli seguono scrupolosamente la sicura e salutare dieta basata sull’ingozzarsi di dolci ricevuti da perfetti sconosciuti, i più grandicelli (dai 10 ai 14 anni) frequentano con diligenza il loro corso di educazione al “pizzo”… già, parlo di pizzo vero e proprio: se giri senza costume perché ti senti troppo grande per mascherarti e mi metti un petardo acceso nella cassetta della posta perché la schiuma non ti diverte più non sei un patito di Halloween, sei solo un pezzo di merda patito di estorsioni (e parlo per esperienza personale, mi viene da pensare che non portassero la maschera solo per evitare l’aggravante del volto travisato!) .

Anche a me piace l’ horror nella letteratura e nel cinema, anche a me piacciono le feste in maschera a carnevale e sempre… ma non vado a cacare il cazzo alla gente e non faccio danni (se non alla mia immagine).

Tra l’altro Halloween stimola fortemente le credenze di tipo magico-satanico-esoterico e arricchisce solo i commercianti; non è l’unica festa che possa comportare tali conseguenze, ma voi che preferite o che preferireste: un figlio immaturo e viziato che a 14 anni crede ancora a Babbo Natale o un sedicenne che tenta di evocare un demone sumero-babilonese nella convinzione che questa entità lo renderà eternamente pieno di figa e di soldi?

Ieri sera ho appreso che il mio vicino, stanco dei capricci del figlio e delle insistenze di sua moglie, si è messo in macchina per andare al paese vicino a comprare una “torta horror” piena di vermi fatti di zucchero, un manicaretto che gli è costato SOLO 35 euro. Sarà un padre privo di polso ma sciagurati come lui ce ne sono tanti e… aumentano!

Oggi ho incontrato quel bambino ancora vestito da diavoletto e quando mi ha urlato: “BUON HALLOWEEN” io gli ho fatto un cenno che lui ha interpretato come “Grazie, anche a te” ma che in realtà stava per “VAFFANCULO A TE E A QUEL COGLIONAZZO DI TUO PADRE!”.


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