20 dic 2012

Recensione - The Grey


Liam Neeson è uno di quegli attori capaci di valorizzare un film con la loro semplice presenza. E' la sua interpretazione infatti a portare drammaticità e credibilità a questo survival thriller ambientato nei nevosi deserti dell'Alaska. Peccato non sia riuscito anche a portare uno script migliore.
L'attore è infatti stato costretto dal regista e co-sceneggiatore Joe Carnaham (The A-Team) a barcamenarsi nell'ennesima riproposizione delle vicende di un gruppo di persone sopravvissute a un disastro aereo, in una pellicola che è inquadrata in un canovaccio narrativo già abusato.
Infatti seppure le scene dell'incidente risultino ben girate e dal notevole impatto emozionale, in seguito è tutto un susseguirsi di scene di azione in cui appena i protagonisti pensano di essere al sicuro subito "SBRAAAAANG!!", e succede qualcosa. In fin dei conti, è quel genere di film.
Anche la minaccia costante dei lupi, figure archetipiche che incutono un'inquietudine quasi fiabesca, è mal gestita e sfociante prevalentemente nell'azione convulsa: ciò che doveva rappresentare un espediente narrativo per far meditare lo spettatore sul valore della vita e la sopravvivenza, si riduce a una sequenza di scene concitate in cui i protagonisti scappano da un branco di lupi o li prendono a cazzotti.
Comunque va riconosciuto che le scene di cui sopra sono sempre ben girate (degna di nota la sequenza ambientata sul ciglio di un crepaccio), e creano una certa tensione nello spettatore che viene indotto a preoccuparsi del destino dei personaggi. Ciò non toglie però che il film appaia stiracchiato, e sicuramente contribuisce a dare questa impressione il fatto che una pellicola di circa due ore sia stata adattata da un racconto breve e non da un romanzo.
"The Grey" vuole quindi essere di più che un semplice thriller, e per certi versi ci riesce: i personaggi sono meglio caratterizzati rispetto agli altri film di genere, e l'interpretazione di Liam Neeson è magistrale. Tuttavia, seppure lo script risulti meno superficiale rispetto ad altri survival thrillers non si può dire che la storia narrata evochi chissà quali riflessioni profonde (come invece succede in "Into the Wild", film che secondo me mirava agli stessi obiettivi di "The Grey" ottenendo però risultati di gran lunga migliori). Al termine della visione, ciò che rimane negli occhi dello spettatore sono soprattutto le scene d'azione.
Consiglierei quindi la visione del film, ma solo ai fan di Neeson (come il sottoscritto) o a chi voglia qualcosina in più rispetto ai soliti action movies. Due consigli: evitate di guardare il trailer perchè è troppo rivelatore, e attendete la fine degli interminabili titoli di coda per vedere il finale definitivo.
Comunque, Liam Neeson meritava forse un film migliore. E noi anche.

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