4 nov 2009

Indennità di contingenza

 "La contingenza non è una falsa sembianza, un'apparenza che si può dissipare; è l'assoluto, e per conseguenza la perfetta gratuità. Tutto è gratuito, questo giardino, questa città, io stesso. E quando vi capita di rendervene conto, vi si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare"

Stasera, oltre alla citazione di Jean-Paul Sartre che apre il post, solo una canzoncina. Un altro antidolorificomagnifico che mi ha fatto compagnia nei mesi scorsi, un pezzo di Edoardo Bennato che forse è poco conosciuto ma merita davvero. Il testo mi ha fatto pensare a quello che è successo, a come ho vissuto e sono stato indotto a vivere un mio periodo di incredibile fragilità. Un periodo non felice, che ora però è alle spalle. Fortunatamente ho avuto la forza di alzarmi e scappare, sfuggendo al giogo cui "dotti, medici e sapienti" mi tenevano legato. 
Ora che tutto è passato, ho recuperato quel pizzico di arroganza necessaria per "spararvi sulla faccia quel che penso della vita". Quindi beccatevi questa canzoncina, dedicata a tutti i dotti, medici e sapienti che periodicamente passano a controllare se su questo blog è comparso qualcosa di nuovo che li riguarda (non sono paranoico, è solo che Google Analytics rivolta anche i calzini a voi ignari "sparuti lettori"). La trovate QUI. Se volete ascoltarla continuando a leggere il resto del post, aprite il link tenendo premuto il tasto Control della vostra tastiera.

Il testo esprime il punto di vista di Nemico su una storia che lo riguarda. Una storia in cui, su alcuni punti, lui ha oggettivamente ragione. E, come ha detto una volta Camerlenga, Nemico quando sa di avere ragione è davvero un cattivo cliente... 
I dotti, medici e sapienti però non hanno di che preoccuparsi: non ci sono intenti bellicosi. Chi odia Nemico potrà continuare ad essere convinto della storia che si è sentito ripetere mille volte. E una storia, se ripetuta all'infinito, diventa senso comune.

DOTTI, MEDICI E SAPIENTI

E nel nome del progresso
il dibattito sia aperto,
parleranno tutti quanti,
dotti medici e sapienti.

Tutti intorno al capezzale
di un malato molto grave,
anzi già qualcuno ha detto
che il malato è quasi morto.

Così giovane è un peccato
che si sia così conciato,
si dia quindi la parola
al rettore della scuola:

"Sono a tutti molto grato
di esser stato consultato,
per me il caso è lampante
costui è solo un commediante"

"No, non è per contraddire
il collega professore,
ma costui è un disadattato
che sia subito internato" 

Al congresso sono tanti,
dotti, medici e sapienti,
per parlare, giudicare,
valutare e provvedere,
e trovare dei rimedi,
per il giovane in questione.

"Questo giovane malato
so io come va curato,
ha già troppo contagiato
deve essere isolato.

Son sicuro ed ho le prove
questo è un caso molto grave,
trattamento radicale
prima che finisca male"

"Mi dispiace dissentire
per me il caso è elementare,
il ragazzo è un immaturo
non ha fatto il militare"
 
Al congresso sono tanti,
dotti, medici e sapienti,
per parlare, giudicare,
valutare e provvedere,
e trovare dei rimedi,
per il giovane in questione. 

"Permettete una parola, io non sono mai andato a scuola
e fra gente importante, io che non valgo niente
forse non dovrei neanche parlare.

Ma dopo quanto avete detto, io non posso più stare zitto
e perciò prima che mi possiate fermare
devo urlare, e gridare, io lo devo avvisare,
di alzarsi e scappare anche se si sente male,
che se si vuole salvare, deve subito scappare"



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