4 set 2010

Un viaggio da Duri e Puri - Giorni Uno e Due


01/08/2009
GIORNO UNO

MILANO - JUAN LE PEN - CANNES - COTIGNAC



Sveglia 7:30. Il Cunctator in posizione Mastro Lindo che mi guarda appoggiato alla finestra. Caricare la moto. Prove di carico nei giorni precedenti: zero. Siamo stati fortunati. La moto è bilanciata: due borse laterali, in una i vestiti di entrambi e nell'altra l'attrezzatura camping. Borsa serbatoio di cui l'esatto contenuto ignoriamo tutt'ora, ma sicuramente sarà roba utile. Nel bauletto posteriore, vestiti e attrezzi di uso corrente.

Oggi circa 450 Km: prima sosta a Juan le Pen in Costa Azzurra, dove ci siamo cambiati per mettere il costume in strada (sul lungomare); il Cunctator sta perdendo progressivamente ogni pudore, mentre io non ne ho mai avuto. La spiaggia era molto bella, e si è anche dormito un'oretta.



Via da Juan le Pen, di nuovo perdita di pudore per rivestirsi e giro in moto a Cannes (ma avevamo sbagliato strada, è stato un fuori programma).
In questo momento siamo in un abbattutissimo camping in Provenza (una stella), a Cotignac . C'è un filo per stendere che parte dal manubrio della moto e arriva a un albero, come avevo sempre sognato per il mio primo viaggio motociclistico itinerante. Abbiamo esaurito le scorte di acqua e cibo, ma sticazzi. C'è tanto buonumore.

La Provenza ha un paesaggio bellissimo, colline ricoperte di vigne e grossi alberi che si stagliano qua e là. Come primo giorno è stato meno traumatico del previsto, a parte la prima sosta in autogrill dove abbiamo rischiato di far cadere la moto su altre 10 parcheggiate in fila: effetto Domino!!

Ed ora a letto, domani c'è da far scorrere il mare sulla sinistra fin quasi a Barcellona.


"Si prega di pulire bacino dopo utilizzo"
Scritta su un cartello in un cesso di Cotignac... Boh...

Siamo mototuristi, e questo ha i suoi vantaggi: solidarietà gratuita. La gente fa il tifo per noi, appena vede la moto carica a ciuccio. E poi c'è la soddisfazione, sempre così imbardati, di essere indicati dai bambini. E i genitori che dicono: "Hai visto? Sono amici di Batman..." Eheh!

02/08/2009
GIORNO DUE

COTIGNAC - MARSIGLIA - ARLES - GIRONA


Secondo giorno di viaggio. Abbiamo attraversato la Provenza in moto: colline, vigne, grandi aziende vinicole che si estendono per centinaia di ettari. A Marsiglia invece ci siamo finiti per caso, sbagliando strada. Ci abbiamo un po' girato, il lungomare merita davvero.

Ad Arles invece abbiamo fatto una sosta un po' più lunga, giù dalla moto e in giro a piedi per la città. Bellissimo. Sembra davvero di tornare nel Medioevo, c'è un'atmosfera strana in quel posto... Tutto conservato perfettamente, e naturalmente riferimenti a Van Gogh in ogni dove (l'artista ha dipinto lì alcuni dei suoi quadri più celebri). 

Purtroppo non ho foto di questa giornata, dato che la macchina fotografica è misteriosamente scomparsa nei meandri del bauletto (salvo poi essere stata ritrovata ore dopo dal prodigioso Cunctator). Questo problema però è passato presto in secondo piano, dato che oggi ne abbiamo avuto uno ben più grosso: siamo rimasti senza benzina sull'autostrada francese. Ebbene sì. 
Ci eravamo appena mossi da Arles, pronti ad attaccare la frontiera spagnola. Centinaia di Km su un'autostrada dritta percorsa ad andatura da codice, niente di meglio per divagare con la mente. La grossa borsa magnetica che troneggiava sul serbatoio della moto mi copriva la strumentazione, ma poco male: regolavo la velocità in base all'urlo del pacioso 4 cilindri di Zia Suzi. L'empatia tra me e il ferro su cui ero a cavalcioni s'interruppe quando quest'ultimo cominciò a produrre una serie di borbottii, come colpi di tosse. Mi sporsi un poco per dare uno sguardo al cockpit: come sospettavo, la lancetta del livello della benzina ormai indicava l'asfalto. Prima che potessi vagliare qualsivoglia soluzione, l'irreparabile: dopo un ultimo borbottio, la moto esalò l'ultimo respiro.
Era morta. 
Di sete. 
Una prece. 
Tirai la frizione e misi in folle, cercando di sfruttare l'inerzia per percorrere più strada possibile. Zia Suzi, nella corsia di emergenza, avanzava silenziosa a velocità decrescente.

- Porca puttana! Porca puttana! Porca puttana! gridavo mentre cercavo di spingere ancor più la moto con ripetute spinte pelviche.

- Ma che è successo? E' il motore? chiese il Cunctator sempre più allarmato.

- Non preoccuparti, siamo solo rimasti senza benzina...

- Sei un coglione.

Dopo che il Cunctator disse ciò che pensava di me, rimanemmo in silenzio. Come la moto. L'unico rumore udibile era quello delle auto che ci sfrecciavano accanto. Questo momento surreale venne interrotto quando in lontananza vedemmo un cartello che sembrava indicare un'area di servizio.

- Forse siamo salvi!!

In realtà era solo un'area di sosta, di quelle con i tavoli da pic nic. E senza il distributore di benzina.

- Cazzo!! Comunque, dovremmo riuscire ad arrivarci. Meglio di niente...

La moto arrivò all'area di sosta quando ormai la nostra velocità di crociera era circa 20 all'ora. Appena in tempo. Parcheggiai all'ombra di un grosso albero, e subito pensammo al da farsi. Per fortuna eravamo stati previdenti, e nel bauletto avevamo portato una tanica di emergenza. Ci mettemmo subito a cercarla.

- Ehi guarda che ho trovato! disse il Cunctator mentre rovistava nel bauletto. La macchina fotografica! Ok, abbiamo risolto un problema...

Ridemmo, e lì capii che un viaggio del genere avrei potuto affrontarlo solo con lui.

Nel momento in cui trovammo la tanica, un'auto parcheggiò proprio di fianco a noi. Decidemmo quindi di farci avanti e chiedere al conducente un passaggio fino alla prima area di servizio, che secondo i nostri calcoli distava una decina di Km. Il Cunctator provò dunque l'approccio:

- Sorry, do you speak English?

- No.

- Italian?

- No.

- Spanish?

- No.

Per chi non lo sapesse, i francesi credono che ovunque nel mondo si parli la loro lingua. Dunque non perdono tempo a impararne altre. Probabilmente pensano anche che in ogni dove si mangino baguettes con sopra spalmato patè di sa-il-cazzo-che. Credo che non abbiano ancora accettato la supremazia inglese. Sono fermi alla guerra dei cent'anni. Eppure ne è passato di tempo...
Comunque, il Cunctator era ormai disperato. Decise di giocare l'ultima carta: indicò prima la moto, poi la tanica vuota che teneva in mano. Poi disse:

- Fuel... No!

Aveva trovato la chiave di volta. Si mise quindi a confabulare col conducente, intendendosi a gesti e francesismi improvvisati. 
Il nostro piano era il seguente: io sarei rimasto a sorvegliare moto e bagagli, il mio compagno si sarebbe fatto accompagnare all'area di servizio. Lì, avrebbe riempito la tanica e sarebbe tornato a piedi percorrendo contromano la corsia di emergenza dell'autostrada. Il Cunctator salì quindi in macchina con il benefattore francese e suo figlio di pochi anni. Il viaggio fino al distributore di benzina fu caratterizzato da un silenzio assordante, cui faceva da sottofondo un CD di musica per bambini (stile Zecchino d'Oro d'oltralpe) che rendeva il tutto ancor più strano. Per fortuna il tragitto fu breve.

Ormai il mio passeggero era via da circa venti minuti. Decisi quindi di telefonargli, per sapere a che punto fosse:

 - Beh, come va?

- Tutto OK, ho riempito la tanica e sto tornando indietro. Ho fatto circa un Km. Ma senti, non è che sotto questo sole la tanica s'incendia?

In effetti era il primo pomeriggio del 2 Agosto, il sole scioglieva l'asfalto.

- Ah non so, sei tu che studi chimica... Comunque, tutto bene no?

- Sì, a parte alcune macchine che quando mi passano accanto suonano il clacson. Qualcuno mi saluta pure. Credo mi sfottano...

Passò altro tempo, ma non me ne curai. Ormai mi ero rassegnato ad aspettare. All'improvviso squillò il telefono: era il Cunctator.

- Pronto?

- Ehi guarda che sto arrivando, sono stato raccattato da un mezzo della manutenzione stradale che mi sta accompagnando alla moto dalla viabilità di servizio.

- Graaaaaaaande! Ma come l'hai trovato?

- Veramente lui ha trovato me... Fortunatamente sulla strada c'erano dei lavori, e quando mi hanno visto a camminare sotto il sole contromano devo avergli fatto pietà...

Il mio compagno arrivò di lì a poco, a bordo di un pick up arancione con tanto di sirene gialle lampeggianti. Il tizio che lo aveva raccattato, gentilissimo, ci aiutò anche a rifornire. Eravamo rimasti senza benzina in autostrada in Francia, e stavamo ripartendo dopo soli 45 minuti. Credo sia un record.

Così procedemmo verso la frontiera francese, per arrivare all'agognata Spagna. L'ultimo ostacolo era rappresentato dai Pirenei: lì la strada sale in quota in un turbinio di curve, e soffia un vento laterale nientemale. La moto, carica fino alla soglia di sopportazione, ne ha risentito parecchio. Guidavo di corpo, ed ogni curva era come cercare di buttare a terra un ciccione. Il Cunctator, al suo secondo giorno della sua prima esperienza in moto, credo che quei momenti se li sogni ancora la notte.

Abbiamo deciso di fermarci a Girona. Una tappa logistica, abbiamo mangiato e cercato un buon posto dove piantare la tenda. Stavolta niente camping, ma una semplice stradina appartata vicino a un capannone fuori città (che vedete qui sotto in foto).

Ed ora a letto, domani Barcellona! Più questo viaggio continua, più mi rendo conto di quanto a volte perdendosi ci si imbatta in cose meravigliose. E con questa banalità travestita da frase storica, spengo la luce.


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