5 apr 2009

Dialogo antitetico in un post kilometrico

Alla fine, una notte insonne ha portato consiglio.

Dopo un lungo dibattito tra la mia parte intollerante e quella più razionale, sono giunto a delle conclusioni che mi piacerebbe fissare da qualche parte. Lo farò qui, attraverso una sorta di dialogo socratico tra me e un personaggio che stimo, ritenendolo abbastanza razionale, realista e risoluto da interpretare la parte più pragmatica di me. Non ho dovuto pensare molto per scegliere la figura con cui ipoteticamente confrontarmi, ritengo che Camillo Benso conte di Cavour risponda perfettamente all'identikit di cui sopra. Certo, sembrerà un po' strana come scelta (sia in termini di forma che di sostanza) ma la credo un buon metodo per fare il punto della mia situazione divertendomi un po'...

Dunque, ecco ciò che frulla ora nella mia testa. Sarà surreale, forse traboccante di nonsense fino a risultare stucchevole. Ma sincero.

FINZIONE A COLAZIONE

L'appuntamento era per le 11:00 di un sabato mattina in un caffè del centro di Milano. Mi presentai puntuale, scorgendo da lontano la figura del conte. Indossava un abito scuro dal taglio antiquato, che gli dava un'aria un po' retrò. Appena lo vidi pensai a come certi canoni del vestire non fossero cambiati più di tanto in oltre un secolo, un vero paradosso pensando invece ai mutamenti che a valle aveva subito la società. Lo salutai con una certa deferenza ed entrammo nel locale.
Fummo accomodati al piano superiore: tavolinetti in marmo bianco e arredi liberty. Il conte ordinò un the al limone, io il solito cappuccino. L'atmosfera era alquanto imbarazzata, non riuscendo io a superare il timore reverenziale che si prova ad essere di fronte a un personaggio di tale levatura.

Ci pensò Cavour a rompere gli indugi:

Conte: "Vieni spesso qui?"

LilloArzillo: "Qualche volta a pranzo... Ho preferito per il nostro incontro scegliere un posto che in qualche modo non stravolgesse il contesto a cui lei è abituato.."

C: "Mi sottovaluti... In realtà seguo con passione la vostra attualità, sono sempre stato un onnivoro della conoscenza. Ad esempio, hai ascoltato l'ultimo singolo degli U2?"

L: "Veramente no..."

C: "Vedi? Risulto più attuale di te! Ahahah!"

L: "Beh diciamo che ultimamente ho vissuto un po' fuori dal mondo.."

C: "Male. Comunque, veniamo al motivo per cui ora siamo qui: raccontami."

L: "Allora signor conte...."

C: "Ti interrompo subito. Facciamo immediatamente a meno di questa cortina di formalità. Prova a darmi del tu, per favore. E chiamami Chico."

L: "Chico?!"

C: "Si... Ha cominciato a chiamarmi così Garibaldi dopo il suo ritorno dall'Argentina. Poi, come avviene per molti soprannomi estemporanei, mi è rimasto cucito addosso..."

L: "Va bene Chico. Penso tu sappia già che cosa è successo..."

C: "A grandi linee, ma non siamo qui per parlare di quello, nè per dare giudizi. Sono sicuro che l'avrai già fatto da solo. Ciò che mi interessa è capire che cosa sta succedendo a te."

L: "Esattamente, mi sono già giudicato da solo. E' proprio da lì che bisogna partire. In generale, sono sempre stato abbastanza indulgente con me stesso, lo riconosco. Questa cosa però non sono proprio riuscita a farmela accettare. Sono stato intransigente, intransigente verso di me. Ho rifiutato qualsiasi aiuto, e solo io so quanto ne avessi bisogno, perchè pensavo di non meritarmelo."

C: "Un modo abbastanza stupido per vivere il proprio senso di colpa, non trovi?"

L: "Forse si, ma non è una cosa che mi sono autoimposto. Sapevo di aver fatto qualcosa di veramente grave, e ne sono rimasto prigioniero. Probabilmente mi è mancata la lucidità per andare oltre, mi sono anch'io lasciato impressionare troppo dall'atto in sè. Poi mi è arrivata la prima botta."

C: "Di che parli?"

L: "Ho parlato con una qualcuno, che mi ha detto esattamente le stesse cose che io in quel momento pensavo di me. In questo modo ho ricevuto come un avvallo alla mia situazione. Credevo che, di fronte alla mia colpa, l'atteggiamento naturale nei miei confronti fosse quello di questa persona. Che chi si avvicinava a me lo facesse per una sorta di pietas, e non perchè io meritassi veramente il perdono."

C: "Ti facevo davvero meno stupido. Non capisco il perchè tu abbia dato tanto peso al giudizio degli altri. Cosa ti aspettavi, una pacca sulla spalla e tutto come prima? Allo stesso modo, non capisco quale atteggiamento così terribile abbia tenuto verso di te questa persona."

L: "Non sono stupido. Ero fragile. Non mi sono mai curato troppo del giudizio degli altri, ma con le persone che mi conoscono da sempre uso un metro diverso. Perchè anche se può accadere che un rapporto si raffreddi nel corso degli anni, la conoscenza reciproca resta. E un atteggiamento di indifferenza oltranzista pesa. Quando poi ho stabilito io con la forza un primo contatto, sentire certe cose da quella persona che nella mia vita è (pur con i fisiologici alti e bassi) importante mi ha lasciato spiazzato. Anche perchè non riguardavano esclusivamente ciò che avevo fatto, ma era un giudizio tout-court su di me e su come stavo "gestendo" tutta quella situazione. Un giudizio totalmente negativo. Come ti ho detto, ero fragile. E questo mi ha spezzato le gambe."

C: "Capisco il tuo punto di vista, ma non condivido in toto quello che dici. Ogni persona reagisce alle cose in modo differente. Non puoi applicare un metro universale per trarre conclusioni sulla gente, nè puoi comparare gli atteggiamenti di persone diverse. E poi, a quanto mi hai detto, quella dell'isolamento è stata una tua scelta. Magari c'era solo la volontà di rispettarla, oppure proprio la tua scelta potrebbe aver causato un ulteriore motivo di astio nei tuoi confronti."

L: "Ma questo lo so benissimo. Il mio isolamento, se dapprima è stata una reazione di rigetto verso tutto e tutti, era diventato per me un modo di non impormi alla gente. Un dare la possibilità a chi se la fosse sentita di avvicinarsi a me nei modi e nei tempi che avesse ritenuto più opportuni. Questo perchè io mi sentivo nella condizione di non poter chiedere niente. Quindi ero preparato all'indifferenza di taluni, per motivazioni ovviamente legate a ciò che avevo fatto. Non mi aspettavo però una reazione del genere da quella persona, tutto qui. Però, anche se mi faceva soffrire, cercavo di capirla adducendo appunto le motivazioni che hai appena detto. Poi abbiamo parlato, ed ho cominciato a stare peggio. Quelle parole mi hanno avviluppato ancora di più alla mia autodilatazione della colpa. Avevo perso interesse per qualsiasi cosa, arrivando a non stimarmi più come persona. Sono stato davvero male. Poi le cose sono diametralmente cambiate."

C: "Cos'è, fai il misterioso? Cambiate in che senso?"

L: "Ho avuto un nuovo scambio con quella persona, in cui mi ha rivelato di provare in segreto e da tempo un sentimento nei confronti della vittima di tutto questo. Questo mi ha cambiato totalmente la prospettiva, in quanto ho contestualizzato in quest'ottica tutto ciò che mi era stato detto. Astio, rabbia, indifferenza; tutte in gran parte causate dal fatto che io avessi fatto soffrire la persona che amava. Non era stato quindi espresso un giudizio avveduto su di me, ma considerazioni figlie della rabbia che si prova quando viene ferito chi si ama. Tale consapevolezza ha sciolto il giogo che mi teneva legato all'autodilatazione della mia colpa. Mi sono sentito libero, e sono stato da subito meglio. La prima cosa che ho fatto è stata cercare l'aiuto di cui avevo bisogno, trovandone più di quanto me ne aspettassi. Mi sono fatto abbracciare dai miei affetti, traendone un enorme beneficio. Stavo meglio, non c'è che dire."

C: "Riconosco che la situazione che mi hai descritto è, per usare un eufemismo, abbastanza complessa. Se posso darti un primo consiglio, non colpevolizzare quella persona. Se davvero hai sperimentato l'amore sulla tua pelle, saprai benissimo quanto sia un sentimento difficile da controllare. Per come stanno le cose, non potevi aspettarti altro. Credo che quella persona, se è davvero così vicina a te, si sia ritrovata a vivere un sentimento che reputava sbagliato. A fare buon viso a cattivo gioco con sè stesso. Poi ovviamente, una volta saputo ciò che hai fatto, avrà provato una rabbia incontenibile verso di te, penso per due motivi: da una parte, il vedere sprecati tutti gli sforzi fatti per mantenere il suo sentimento nascosto e quindi la tua relazione salda; dall'altra, per il fatto che tu abbia fatto soffrire l'oggetto stesso del suo amore. Capisco anche il motivo del tuo astio nei suoi confronti, dato che comunque ti ha causato grande sofferenza, per motivi che in fin dei conti esulano dal vostro rapporto di amicizia. Ricorda però che, se non c'è stata sincerità da parte sua nei tuoi confronti tuoi e generali, devi sempre considerare che l'amore per definizione altera la lucidità di una persona. Per una cosa del genere non esistono ragione e torto, sappilo. Non poteva che andare così e, scusa se te lo dico, a scoperchiare questo vaso di Pandora sei stato tu."

L: "Lo so, come so anche che, dopo ciò che è successo, non ha cercato lui il primo avvicinamento alla vittima di tutto questo. E comunque reputo ciò che è successo totalmente passato, abbiamo avuto un confronto in cui entrambi siamo rimasti arroccati sulle nostre posizioni. Forse io sono stato più circostanziato sul fatto in sè, mentre lui ha attaccato più in generale la persona che sono e il mio modo di pormi nei rapporti interpersonali. Comunque, ho contestualizzato il suo discorso cercando di capire anche la sua situazione."

C: "Ma allora, se hai già superato tutto questo e stai meglio, mi vuoi dire per quale motivo ci troviamo qui a parlare?"

L: "Sta andando via Chico. Colei che era la mia donna sta andando via, via a piè sospinto verso di lui. Anzi, forse è già arrivata."

C: "Ahahahaha!! E' per questo che mi sei venuto a cercare? Banale gelosia? Sei deludente, mio caro..."

L: "Non è banale gelosia Chico. E' ancora troppo presto, anche se conscio della mia colpa non ho ancora smesso di sentirla mia. Di pensare al neo che ha sulla guancia, il mio neo, come alla trasfigurazione di ciò che lei è per me: qualcosa che è sotto gli occhi di tutti, ma che solo io posso vedere per quello che davvero rappresenta, facendomi riempire d'amore e di vita al solo contemplarla. Bene, data la situazione, io posso aspettarmi che quel neo cambi padrone per una sera, o comunque in una situazione estemporanea. Non posso però ancora accettare, semplicemente perchè non ci riesco, l'idea di cederlo per sempre. E fidati, è quello che sta succedendo. Ieri ne ho avuto un segnale inequivocabile. Sono passati due mesi da quando tutto è iniziato, e due settimane da quando mi ha detto che a parte tutto mi considera ancora l'uomo della sua vita. E' più forte di me, non ci riesco... Anche perchè una cosa del genere mi farebbe vedere tutto ciò che è successo precedentemente con occhi diversi, alla luce di un cambiamento repentino che forse così non è, ma viene da molto più lontano... Non sarei davvero preparato.. Perchè pochi mesi fa io l'ho messa di fronte a tutti i problemi che avevamo in modo manifesto, con una mia assenza pesante. E forse proprio in quel periodo sono state gettate le basi per il suo attuale approdo ad altri lidi. Ti rendi conto?"

C: "Aspetta un attimo Lillo, mettiamo in chiaro delle cose. Se lei sta andando da un'altra parte, scusa se te lo dico, è perchè tu le hai messo in mano un biglietto di sola andata. E potrai farti tutte le domande che vuoi su ciò che è successo prima, ma ormai non puoi prescindere da quello che hai fatto. Quello ormai è l'unico motivo, mi dispiace. Prima accetterai questa cosa, meglio sarà per te; se fai altrimenti, rischierai di impazzire nelle tue manie. Ti dico un'altra cosa: mi hai detto che avevate dei problemi seri, che ti hanno portato a un gesto eclatante nei suoi confronti. Ti ricordi vero il modo in cui reagisci quando in un film la trama comprende un tradimento? Non riesci a reggere la scena, perchè per te è un atto violento. E come tutti gli atti violenti, ti impressiona. Il fatto che tu ti sia reso comunque protagonista di un atto del genere non ti fa riflettere?"

L: "Si, mi fa riflettere. Infatti penso che ciò che è avvenuto, nel come e nel chi, derivi proprio da ciò che hai detto... Che si siano creati tutti i presupposti affichè avvenisse proprio con quella persona, che per forza di cose da molto tempo si trovava a vivere con me tutti i momenti in cui chi avrebbe dovuto esserci mancava. E' stato un crescendo lento e progressivo, che ha poi portato alla rottura totale. Poi è ovvio: un conto è creare dei presupposti per una cosa, un conto è quella cosa farla. La responsabilità è ovviamente tutta mia. Non cerco giustificazioni, sia chiaro. Solo spiegazioni. Ma tu che ne sai delle mie reazioni da effeminato quando vedo i film?"

C: "Me lo ha detto Mazzini..."

L: "Che stronzo! Quel bastardo mi sputtana perchè io per sfotterlo lo chiamo bombarolo fallito..."

C: "Ahahah! Hai ragione... Come ho sempre detto, nel nostro contesto nazionale un'organizzazione come la Giovine Italia mazziniana non poteva avere presa. Perciò, ad eccezione di alcuni giovani inesperti ed ingenui, si può affermare che si annoverino nel Risorgimento italiano solo un piccolissimo numero di persone seriamente disposte a mettere in pratica i principi esaltati di una setta inasprita dalla sventura..."

L: "Già... Gran parte della meglio gioventù italiana degli anni '60 ha finito per scontrarsi con questa verità..."

C: "E' proprio così... A proposito, sei più andato in moto a portare alla Spiotta i fiori per Mara?"

L: "No, la moto l'ho distrutta prima e non ho fatto in tempo... Ma tu come sai che avevo intenzione di farlo?"

C: "Me lo ha detto lei.."

L: "Tu parli con Mara?"

C: "Cosa ci trovi di strano? Se una persona commette un errore nella sua vita, pur grande che sia, ma si pente e si ricrede dimostrandosi comunque intelligente, perchè non dovrei? Capito quello che voglio dirti?"

L: "Ho capito benissimo. Ma raccontami, che persona è Mara?"

C: "Molto acuta, testarda ma abbastanza umile da riconoscere se ha torto. E' una donna forte, credo di aver capito il motivo per cui sei attratto dalla sua figura: è risoluta e intelligente, valorizza il suo uomo e lo protegge andando addirittura a salvarlo armi in pugno... Ahahah! Sei così romantico e melenso che mi viene quasi voglia di aggiungere un'altra fetta di limone al mio the... Ahahahah!"

L: "Mmm.. Ma di me e della mia idea cosa dice?"

C: "Ride, ma lo fa nel modo in cui ti piace che le donne ridano di te... Comunque non è di lei che siamo qui a parlare, giusto? Te lo ripeto, impara ad accettare il distacco. Perchè davvero non puoi fare altro."

L: "Ma lo so, è quello che sto facendo. Cerco di lasciarla in pace il più possibile, di non imporre la mia presenza. Non per gelosia, ma perchè so che il mio ricordo porterebbe con sè anche il ricordo di ciò che ho fatto, e dunque sofferenza... Sai in quanti modi avrei potuto appropriarmi di spazi? Sai quanto mi è costato estraniarmi totalmente dal traguardo importante che ha appena raggiunto? Senza poi avere nessun riscontro, e con la consapevolezza di lasciarla con un'altra presenza al suo fianco... Forse il mio errore è stato alla base, magari mi sono illuso di vedere in lei qualcosa che non c'è... Fino all'ultimissimo periodo e alla mia colpa ero stato ineccepibile, c'era tra di noi una sincerità e una fiducia reciproca totale. Parlavamo spesso dei nostri problemi, sempre i soliti: la sentivo distante, è sempre stato così... Nell'ultimo anno le cose erano incredibilmente peggiorate, tant'è che non avevamo più nessuno spazio e nessun momento per noi... Ne abbiamo parlato, ho lanciato segnali evidenti, ma non è servito. Come diavolo ha fatto, se davvero come dice mi amava così tanto, a rimanere ferma senza muovere ciglio mentre andavamo alla deriva? Mentre mi dibattevo per cercare di riportarci al nostro posto, fino a che ho smesso arrendendomi stremato?"

C: "Ti capisco Lillo, ma non farle una colpa di questo. Vedi, anche le guerre d'indipendenza ci sono costate tantissimi sacrifici. Sono state un processo difficile, lungamente preparato e caratterizzato da sforzi indicibili. Fatta l'Italia però, non siamo riusciti a fare gli italiani... Ma io non mi sento di poter colpevolizzare una sciura Maria se odia i terroni, capisci? Tutto quello che si poteva fare è stato fatto, e si sono raggiunti risultati comunque importanti. Certo, non è andata esattamente come mi aspettavo, ma questo devo essere in grado di accettarlo. L'importante è lasciare, a parte tutto, un buon ricordo. E se ad esempio a Bari il mio nome viene storpiato ogni volta che qualcuno vuole andare a fare shopping, vuol dire che ci sono riuscito. Ecco, sono sicuro che per te varrà la stessa cosa: nonostante un epilogo terribile, ti è sicuramente riconosciuto l'impegno totale con cui ti sei buttato in quel rapporto. Proprio su quello hai costruito un buon ricordo di te. Di te e lei. Quindi, fai bagaglio di tutto questo e vai avanti. E se lei vorrà ricostruirsi una vita adesso e con qualcun altro, prendine atto. Perchè se davvero due settimane fa ti considerava ancora l'uomo della tua vita, figurati come si è sentita quando le hai fatto crollare il mondo addosso. Ovvio che abbia voglia di ripartire velocemente, e non puoi pretendere che lo faccia con te. Anche se magari è quello che vuoi. Mi dispiace, non sei in grado di chiederle una cosa del genere."

L: "Ho capito, ma non è così facile lasciarla andare..."

C: "Lo so che non è facile, ma sei una persona intelligente e certe cose dovresti pensarle da solo, senza il mio aiuto..."

L: "Beh, in un certo senso lo sto facendo..."

C: "Ma se ti ho detto tutto io!"

L: "Appunto.."


Avevo un gran bisogno di buttare tutto fuori, so che mi farà sentire sollevato. Lo so, è lunghissimo da leggere... Ma per me non è importante che voi lo facciate, era solo vitale scriverlo.

5 commenti:

Uff...sono arrivata fino in fondo...non è stato difficile dato che il dialogo è scritto molto bene,è scorrevole e molto profondo!!:)
Mi spiace aver letto qualcosa che ti tocca così profondamente,così intima senza saperne nulla...
Srivo anch'io ma difficilmente riesco a mettermi così a nudo,piuttosto sfuggo a determinate realtà!!
Bello,davvero!!
(Ho risposto anche al post del 5/4)

Eh guarda proverei a sfuggirci anch'io se non riguardasse la mia quotidianità...

Volente o nolente, è una cosa che devo interiorizzare e superare perchè l'avrò sempre sotto gli occhi. Quindi ho provato a farlo buttandola fuori, come fosse una bella sudata che abbassa la febbre. E poi, nonostante tutto, mi sono anche divertito a scrivere...eheh!

Hai fatto la cosa giusta,se non ti fossi divertito non sarebbe uscito un così bel lavoro,probabilmente;)!Comunque,affronto la quotidianità,solitamente le provo tutte per farlo anche se questo spesso significa prendere dei bei calci nel sedere...ma nello srivere no...viaggio oltre!!!

complimenti! bel lavoro!!!!!!
il tuo scritto suscita in me autentica e profonda stima!

Addirittura! N'europensante, quasi mi fai arrossire..eheh!

Comunque mi fa davvero piacere che il post ti sia piaciuto, spero di vederti ancora bazzicare queste pagine..

A presto!

LilloArzillo