21 apr 2009

Lamentarsi per distrarsi

Stasera non mi sento tanto per la quale.

"Questa è una cattiveria, che, a colui che ne è colpito, dà un profondo dolore: gli dà il senso di un mondo di totale incomprensione, dove è inutile parlare, appassionarsi, discutere; gli dà il senso di una società dove per sopravvivere, non si può che essere cattivi, rispondere alla cattiveria con la cattiveria... Certamente quello che devo pagare io è particolarmente pesante, ma delle volte mi dà un vero e proprio senso di disperazione, ve lo confesso sinceramente"

Non riesco a trovare la mia collocazione nel mondo. Questo mi secca, piuttosto e anzichenò. Non mi sento sereno in nessuna casa perchè, a prescindere dalla guerrilla, in nessuno dei miei rifugi c'è serenità. Sono un po' spaesato, lo confesso. Non credo sia vittimismo, constato semplicemente che tutto sta andando a posto tranne me. Non che io non voglia, ho solo paura di accelerare troppo i tempi. Meglio aspettare un po', ma essere sani davvero, piuttosto che guarire con un placebo. Non voglio strascichi, per questo vado cauto. Forse continuo a fare danni (o "disgrazie", come le definisce Wilson), non lo so. A volte mi sento un pesce fuor d'acqua, che si dimena mentre piano piano muore asfissiato. L'unica cosa che voglio è che ci si assicuri che io sia defunto, prima di scaricarmi nel cesso...

"Dimmi che la gente mi ama per come sono e non per come appaio."
"Certo, dato che appari molto peggio di come sei.."

"Avevo un bellissimo futuro davanti e l'ho buttato via.."
"Qual è il problema? Vuoi un figlio? Fattelo.."

"E se lei andasse via, dopo così poco tempo, con uno dei miei amici di sempre?"
"Te la devi prendere in culo."

"Mettiti nei miei panni..."
"Lo faccio, e so benissimo che nessuno al mondo vorrebbe essere nella situazione in cui sei."

"Non pensare che io sia pazzo."
"Tu non sei pazzo, sei divertente.."

Dopo aver ricordato alcune delle frasi più belle e surreali che mi sono state dette da chi in questo periodo mi è stato vicino, va un po' meglio...

E' dura la vita in trincea, ma che ci volete fare...


3 commenti:

Sono passata per caso sul tuo blog, quello che sembrava scritto da un recluso con la residenza nel braccio della morte, cinque minuti dopo aver consumato il suo ultimo pasto a base di cremini e cipolle, e mi sono fatta un paio di domande:
1)Vostra Signoria dei sentimenti, fareste mai a me, semplice ragazza di 27 anni, il piacere di illuminarmi con la Vostra infinita conoscenza su come un sentimento, qualunque esso sia, possa essere razionalizzato e trasformato in una discutibile e alquanto patetica glorificazione di sè stesso? Perchè razionalizzazioni e presenze intrinseche a parte ho letto di molti concetti e ben poco di sentimenti, forse perchè passando troppo tempo nel cercare di capirli, gestirli e metabolizzarli ti sei dimenticato di quando, per possederli, bastava sentirli nel cuore.
2)Ho letto da qualche parte, non ricordo dove, che la ragione da sola non basta e che il cuore conosce ragioni che la mente non sarà mai in grado di spiegare.
Rimanere da soli fa paura, ma non è la solitudine in sè a spaventarci, è la consapevolezza di non avere le capacità, per quanto ci sforziamo, di ammettere che ciò che per sempre ha cambiato la nostra vita non è altro che il frutto delle nostre azioni e del naturale e continuo evolversi dei sentimenti.
Teoricamente, crescendo, si impara che non sempre la cosa che più si vuole è poi in realtà quella giusta, e che rimanere aggrappati alle nostre convinzioni non sempre aiuta a superare un distacco.
Sono abituata a portare molto rispetto per tutte le persone che si sforzano a cercare risposte alle loro domande, ma non ti devi mai dimentiare che, a volte la risposta più onesta, non è quella che vorresti e nel momento in cui poni qualsiasi tipo di domanda a te stesso, per poterlo fare devi essere sicuro di avere la capacità di parlarti sinceramente.
Mi dispiace che una cosa sulla quale contavi molto sia finita, ma mi dispiace ancor di più pensare che tutto il tempo che hai speso per metabolizzare una sconfitta ti abbia fatto perdere di vista l'obbiettivo che forse questa aveva:ricordarti che i sentimenti e le emozioni non hanno forma ne colore ed esistono per un solo motivo, nel bene e nel male, vale semre la pena viverli, perchè fino a quando esistono loro, esisti anche tu.
IN BOCCA AL LUPO!!
Hope

Stai bene...?
O forse stare bene è un'utopia...
Proviamo cosi allora...
Spero davvero che tu stia un pochino meglio...
questo silenzio mi preoccupa...
non ti conosco, ma, ti confesso, che mi capita spesso di pensarti...la mia battaglia dura da otto lunghissimi anni ormai e di verità, lungo il mio cammino, ne ho trovata poca... una casa per cui valga la pena "sentirsi a casa"... è quello che piu mi manca... forse perchè "casa" è dove abita il nostro cuore... sei grande... spero di ritrovari qui... presto!

Grazie Nico...

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso.
L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.

(Marcel Proust)